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L’Arabia Saudita ricade in recessione

L’economia dell’Arabia Saudita è scivolata in recessione, mentre il settore petrolifero ristagna e il settore pubblico è colpito da politiche di austerità volte a frenare un deficit di bilancio statale dovuto ai bassi prezzi del petrolio.

Parlano chiaro i dati ufficiali di sabato scorso: il prodotto interno lordo, rettificato per l’inflazione, si è ridotto del 2,3 per cento rispetto al trimestre precedente nel periodo aprile-giugno, dopo un calo del 3,8 per cento nel primo trimestre.

Il Pil più basso è valutato come risultato della minore produzione del petrolio greggio del regno, in linea con un accordo dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori Petroliferi (Opec) per ridurre la produzione e contribuire ad aumentare i prezzi.

Secondo le cifre, il settore petrolifero dell’Arabia Saudita è diminuito rispetto ad un anno fa dell’1,8 per cento nel secondo trimestre dopo una caduta del 2,3 per cento nel primo, ha riferito Reuters. L’Arabia Saudita ha subito un’altra recessione – più bassa – all’inizio del 2016. Nel frattempo, il governo ha ridotto le spese per evitare una crisi finanziaria a causa delle minori entrate derivanti dall’esportazione petrolifera.

Di conseguenza, il settore dello stato non petrolifero è cresciuto rispetto all’anno precedente solo dell’1,0 per cento nel secondo trimestre dopo la riduzione dello 0,1 per cento nel primo. Senza un grande sostegno della spesa statale, il settore privato ha lottato, registrando una crescita solo dello 0,4 per cento rispetto all’anno precedente nel secondo trimestre, con un rallentamento della crescita dello 0,9 per cento nel primo trimestre.

Il governo ha riferito che prevede un pacchetto di stimolo nel quarto trimestre dell’anno, compresi i prestiti statali e altri incentivi finanziari, per incoraggiare gli investimenti e la crescita del settore privato. Tuttavia, la dimensione del pacchetto non è chiara e le misure di austerità fresche per eliminare il disavanzo di bilancio entro il 2020 probabilmente peseranno sulla crescita.

L’Arabia Saudita prevede di introdurre a gennaio una tassa sul valore aggiunto del cinque per cento su molte merci e le autorità stanno prendendo in considerazione un aumento dei prezzi dei carburanti domestici.

Il piano del principe Mohammed Bin Salman svelato nella primavera dello scorso anno, la sua “Saudi Vision 2030”, che punta ad un’economia meno dipendente dall’oro nero, rappresenta una transizione non indolore. Non solo le riserve valutarie del regno sono impiegate da un paio d’anni per attutire il deficit, ma anche l’accordo Opec del novembre 2016 hanno dato uno scossone all’ambizioso piano del principe nero, portando Riad a ricadere nella recessione.

di Cristina Amoroso

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