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Lampedusa: il video che indegna un’Europa dalla doppia faccia

di Giovanni Sorbello

Un video che riprende dei richiedenti asilo nel centro di prima accoglienza di Lampedusa in Sicilia ha provocato indignazione in tutta Europa, oltre che una dura reazione da parte delle Nazioni Unite.

Il video mostra migranti uomini – alcuni di loro nudi – in fila per essere disinfettati dopo essere stati controllati da infermieri, in quello che sembra essere uno spazio all’aperto nel centro per migranti.

Il Commissario per gli Affari interni dell’Ue, Cecilia Malmstroem, ha condannato le “condizioni spaventose” in cui versano alcuni dei centri per migranti in Italia, tra cui quello dell’isola di Lampedusa, annunciando che è già in corso un’indagine da parte dell’Ue.

“L’Ue è impegnata ad aiutare l’Italia a ricevere i migranti, ma ciò deve essere fatto in condizioni dignitose”, ha dichiarato Malmstroem su Twitter.

In una dichiarazione, ha aggiunto: “La nostra assistenza e sostegno alle autorità italiane nella gestione dei flussi migratori, può proseguire solo se il Paese garantisce condizioni di accoglienza umane e dignitose per i migranti”.

Il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, ha affermato che le immagini del video in questione ricordano “un campo di concentramento”. Anche il primo ministro italiano Enrico Letta ha promesso di indagare e di punire i responsabili.

L’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite Unhcr in un comunicato si è unita al coro di indignazione, dichiarando che il sovraffollamento nel centro di Lampedusa è “insostenibile”.

L’Unione europea ha pubblicato un elenco di proposte finalizzate ad evitare il ripetersi di episodi simili, che saranno presentate al vertice dell’Ue che si terrà oggi e domani.

E’ da lodare la reazione e lo sdegno mostrato dall’Europa e da tutte le sue componenti istituzionali nei confronti di un video, che di certo non esalta il rispetto e la dignità per i diritti umani. Sorprende invece l’altra faccia dell’Europa e dell’Onu, quella che ignora e copre con un vergognoso silenzio i crimini di più ampia gravità come quelli effettuati dai “ribelli” in Siria, o nelle tante guerre sostenute e finanziate da quei Paesi che, nell’Ue e nell’Onu trovano i loro più “fedeli” complici.

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