La ritorsione di Israele: scontri, arresti e demolizioni a Qabatiya
Da ieri sera le forze d’occupazione israeliane hanno chiuso tutti gli accessi del villaggio di Qabatiya, a sud di Jenin, dove sono in corso scontri con i ragazzi del posto.
I militari israeliani minacciano la demolizione delle abitazioni dei tre palestinesi assassinati ieri a Gerusalemme. Decine di palestinesi sono stati feriti
Da Qabatiya riprende la politica del controllo e dell’espansione di Netanyahu che, usando il pretesto dell’episodio di ieri, intende farne una zona militare chiusa, isolando la parte nord dal meridione della Cisgiordania.
Ieri notte nel corso di una riunione straordinaria dei ministri di Israele alla presenza del ministro della Difesa, Moshe Ya’lon e quello per la Sicurezza Pubblica, Gilad Erdan, sono state introdotte ulteriori restrizioni sulle vite dei palestinesi e sono state estese le misure punitive tra cui ispezioni più rigide ai posti di blocco. Inoltre, si è deciso di negare i permessi di lavoro al di fuori della Cisgiordania a chiunque sia collegato, per parentela o per altro vincolo, ai tre martiri di Qabatiya.
E la ritorsione di Israele continua con numerosi arresti all’alba di oggi, 27 palestinesi sequestrati, inclusi tre minori tra Qalandia, Gerusalemme, Jenin ed Hebron.