La “ribelle” Tripoli assediata dall’esercito libanese
Ha avuto inizio ieri la nuova e imponente operazione dell’esercito libanese nella città settentrionale di Tripoli. Dopo i violenti scontri armati delle ultime settimane che hanno causato la morte di trenta persone e il ferimento di altre centinaia, il governo ha cercato di dare una prova di forza per ristabilire la sicurezza e la legalità nella città costiera, roccaforte dell’estremismo sunnita e salafita.
Il massiccio dispiegamento dell’esercito che verrà completato nella giornata di oggi, oltre all’impiego di centinaia di mezzi blindati e motorizzati prevede anche l’utilizzo di elicotteri e mezzi navali. Il bilancio attuale dell’operazione è di 75 arresti, tra cui 27 persone di nazionalità siriana e palestinese, oltre al sequestro di 91 moto, 6 auto ed una grande quantità di armi e munizioni.
Da registrate il mancato arresto di diversi leader salafiti poichè al momento del raid delle forze di sicurezza libanesi avevano già abbandonato i loro rifugi, forse avvertiti anticipatamente dai tanti politici libanesi che da anni sostengono e finanziano questi gruppi terroristici.
Negli ultimi anni la città di Tripoli è stata teatro di violentissimi scontri tra i quartieri rivali di Bab al-Tabbaneh che sostiene i “ribelli” siriani e quello di Jabal Mohsen fedele al legittimo governo siriano. Solo dopo centinaia di morti e migliaia di feriti il governo libanese ha deciso di mostrare una seppur timida volontà di sradicare quei gruppi terroristici, che fino ad oggi hanno goduto delle coperture di alcuni noti esponenti politici libanesi.