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Vendita di armi inglesi a Riyadh: come il regime saudita compra la collusione dell’Occidente

di Salvo Ardizzone

Una ricerca, pubblicata nell’ambito della Campagna contro il commercio delle armi (Caat), ha dimostrato che la Gran Bretagna, da quando Cameron è divenuto Primo Ministro nel 2010, ha venduto 8,2 Mld di euro di armamenti all’Arabia Saudita, malgrado essa risulti ai primi posti della lista fra i Paesi con scarso (o nullo) rispetto per i diritti umani. In questo importo già imponente, non risultano ancora conteggiati i recenti enormi contratti sottoscritti da Riyadh per “ringraziare” Londra del continuo appoggio alle sue politiche, anche alle più sfacciatamente criminali. Il rapporto dice pure che il Regno Unito ha venduto armi a 24 dei 27 Paesi che figurano nella lista.

Secondo il Daily Telegraph, grazie alle forniture britanniche i sauditi hanno a disposizione, per la loro campagna terroristica nello Yemen, un numero di aerei di provenienza inglese (Tornado Gr4 ed Eurofighter Typhoon) doppio di quelli disponibili per l’intera Royal Air Force.

E non è tutto: il Comitato ristretto per la Difesa alla Camera dei Comuni, ha criticato gli inconcludenti risultati delle operazioni aeree intraprese dalla Gran Bretagna in Iraq ed ora in Siria, causati da risorse militari che la Raf ha assegnato a quelle operazioni definite “straordinariamente modeste”.

Secondo autorevoli fonti militari, il motivo sarebbe che le bombe, i missili ed il munizionamento per gli aerei destinati all’aviazione inglese, sarebbero stati dirottati in Arabia Saudita per sostenere i suoi attacchi contro lo Yemen e la sua popolazione. Gli stessi attacchi bollati da Amnesty International come crimini di guerra e che secondo l’Onu avrebbero già provocato fra i civili migliaia di morti e un numero doppio di feriti.

In una dichiarazione resa alla stampa dal portavoce di Caat, Andrew Smith, la realtà è che, per il Governo britannico, gli utili realizzati dalla società di armamenti inglesi (Bae in testa) sono assai più importanti dei diritti umani e della sorte di coloro che vengono uccisi sotto le bombe, torturati o giustiziati dall’apparato repressivo saudita.

Malgrado alcune deboli giustificazioni di facciata, è stato il più alto funzionario del Foreign Office, sir Simon McDonald, a confermare ai media le accuse, ammettendo che i diritti umani non sono più una priorità per l’attuale Governo britannico. Ma l’affermazione non deve fuorviare, in quanto anche durante il Governo di Gordon Brown, predecessore di Cameron, la Gran Bretagna, stando alle stime pubblicate da Caat, ha venduto ai medesimi acquirenti dalle discutibilissime credenziali in tema di diritti umani tre Mld di dollari in armamenti.

Andrew Smith ha dichiarato che i due terzi delle esportazioni britanniche di sistemi d’arma sono dirette in Medio Oriente, essenzialmente verso i Paesi del Golfo e principalmente in Arabia Saudita; secondo il portavoce di Caat, Riyadh arma numerosi gruppi in Siria, Iraq ed altrove, e non si può avere alcuna certezza su quante delle armi vendute da Londra finiscano in realtà nelle mani di gruppi terroristici.

La denuncia di Caat è l’ennesima conferma di come il regime wahabita compri la collusione di un Occidente avido quanto asservito. È l’ennesima conferma dell’ipocrita complicità interessata di tanti Stati nei crimini degli sponsor del Terrore.

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