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La fame “mangia” i bambini

Nei primi giorni di giugno diverse organizzazioni mondiali si sono occupate della mortalità da fame, in concomitanza con il summit sulla nutrizione tenutosi l’8 giugno a Londra.

La rivista Lancet ha pubblicato una ricerca che evidenzia come 3.1 milioni di bambini muoiano per malnutrizione ogni anno.

Secondo quanto affermato dal ricercatore statunitense Black infatti, i costi dell’inerzia di fronte ad un tema così basico nella vita globale, sarebbero maggiori (circa 500 dollari a persona, 5% del Pil mondiale secondo il Rapporto SOFA 2013) rispetto ai costi di interventi efficaci perlomeno al tamponamento dell’emergenza, che vede nel solo 2011 oltre 165 milioni i bambini colpiti da arresto della crescita.

Save The Children e il Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (che riunisce 82 Ong) lanciano un allarme povertà anche per l’Italia, descrivendo dati alla mano come si stiano generando fasce di povertà tra le famiglie più numerose (con tre o più figli minori) soprattutto nel sud Italia, in particolare nelle regioni Sicilia e Calabria.

E’ da ricordare come in sordina giungevano notizie circa un anno fa sull’emergenza nutrizionale in Grecia, dovuta all’esplodere della crisi dell’euro, nelle scuole i bambini svenivano per non aver potuto cenare o pranzare nei giorni precedenti, le maestre creavano task force per aiutare le famiglie. Poi si è dovuti intervenire con organizzazioni che hanno distribuito beni alimentari di prima necessità direttamente nelle aule.

Infatti, secondo un rapporto dell’Unicef del 2012, tra le famiglie greche più povere con bambini, oltre il 26% aveva una dieta economicamente debole. Il fenomeno era evidente soprattutto tra gli immigrati, ma si stava diffondendo anche tra i greci nelle aree urbane.

A distanza di un anno esatto leggiamo in parallelo in Italia di maestre a Bologna che lamentano la presenza di bambini italiani che in classe accusano malori, perchè le famiglie non riescono più a garantire pasti regolari come qualche mese fa.

ll commissario europeo per i Diritti Umani, Nils Muizneks, al termine di una visita di 5 giorni a Madrid e Siviglia dichiara: ”Circa il 30% dei minori spagnoli sono a rischio di poverta’ infantile. Mi hanno informato di casi di alunni che svengono in classe per malnutrizione o che indossano gli stessi indumenti per tre settimane”, il commissario ha ricordato che ”la protezione sociale, l’accesso alla sanita’, a un alloggio adeguato e a un’istruzione di qualita’ sono diritti cruciali, protetti dalla Convenzione Onu dei diritti umani dell’Infanzia”, che non possono essere ignorati nemmeno in tempi di dure misure di austerity.

Nonostante queste “raccomandazioni” del Commissario Ue, il Rapporto Fao non lascia dubbi: mancano le risorse.
Quelle destinate all’infanzia e all’adolescenza per le quindici città riservatarie sono passate dai 43,9 milioni del 2008 ai 39,6 del 2013, mentre il fondo straordinario per la prima infanzia è passato dai 100 milioni del 2008 a zero.

Il Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva biennale continua ad essere adottato in maniera discontinua. Inoltre, l’ultimo Piano 2010-2011 non è stato finanziato e ci sono state gravi difficoltà nella sua attuazione, come emerge dal monitoraggio effettuato dall’Osservatorio Nazionale Infanzia, base indispensabile per la stesura del nuovo Piano che, dopo la scadenza di novembre, non è stato rinominato.

Anche le Regioni hanno le loro responsabilità: manca l’approvazione del piano dei livelli essenziali di assistenza sociale (legge 328/2000). E tutto questo, per la prepotenza di pochi.

di Chiara Lyn Russo

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