Medio Oriente

Kobane salvata dall’esercito siriano

Accompagnate dalle forze russe, le truppe del governo siriano sono entrate ieri pomeriggio nella città di Kobane, secondo quanto riferito dall’Osservatorio siriano per i diritti umani.

Esercito siriano entra a Kobane

Mercoledì pomeriggio l’Osservatorio siriano ha riferito che le truppe del governo siriano sono entrate nella città di Kobane, nota anche come Ain al-Arab, in precedenza controllata dalle milizie curde delle Forze democratiche siriane (Sdf). I nuovi sviluppi arrivano dopo che l’Sdf hanno raggiunto un accordo con Damasco mediato dalla Russia per affrontare l’incursione della Turchia nel nord della Siria

Oggi è stato riferito che anche le truppe siriane sono entrate nella grande città di Raqqa. È stato inoltre riferito che l’Sdf hanno ceduto il controllo della città di Manbij, Tel Temmer vicino al confine con la Turchia, Ain Issa nel nord di Raqqa e Tabaqa nel sud di Raqqa, come parte dell’accordo con il governo di Bashar al-Assad.

https://www.youtube.com/watch?v=_YNgsYdY0ls

Turchia teme istituzione di una regione curda autonoma nel nord della Siria

In primo luogo, la Turchia cerca di reprimere la minaccia dell’istituzione di una regione curda autonoma nel nord della Siria. La zona sicura offre ad Ankara la possibilità di insediare rifugiati arabi siriani nel nord per un cambiamento demografico. Sembra che il piano attuato ad Afrin dalla Turchia sia destinato anche all’attuazione nelle regioni dell’Eufrate orientale. La Turchia ha richiesto una zona cuscinetto con una profondità di 23 chilometri e libera da Ypg, armi pesanti americane e basi curde. 

Il caso è diverso quando si tratta di Stati Uniti. Washington vuole una regione con 10 chilometri di profondità e non detenuta esclusivamente dalle forze turche. Vuole anche salvare l’identità curda nel nord come strumento di pressione contro Ankara e Damasco. Dopotutto, considera i curdi come chip di contrattazione in qualsiasi futura negoziazione in Siria. Quando all’inizio di quest’anno Trump ha dichiarato che stava rimuovendo le sue forze dalla Siria, le voci bipartisan al Congresso hanno spinto la Casa Bianca a rimanere nel Paese arabo e continuare a fornire supporto ai curdi di fronte alla Turchia.

di Giovanni Sorbello

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