Asia

Kazakhstan. Il dialogo interreligioso: un modello di pace e armonia

di Redazione

Sono passati dieci anni dal primo congresso mondiale delle religioni tradizionali. Da allora tanto è stato fatto, con quattro congressi svolti nel Paese euro-asiatico e la visita del presidente del Senato Kairat Mami a Benedetto XVI, nel febbraio 2013.

Incontro che ha fatto seguito alla visita di Giovanni Paolo II, in Kazakhstan nel 2001, su invito del presidente Nursultan Nazarbayev. Un  momento particolarmente toccante, l’arrivo del Santo Padre nella cattedrale di Astana, dove celebrò la messa insieme ai fedeli arrivati nella capitale.

Il Congresso è nato per cercare un dialogo tra le diverse forme religiose presenti nel mondo. Un modo nuovo di dialogare, quello voluto da Nazarbayev, per cercare di risolvere i conflitti tra Paesi diversi tra loro.

Sono passati oramai quattro congressi, nei quali Islamici, Cristiani, Ebrei, Induisti, Buddisti e altre religioni hanno preso parte, raccontando i diversi punti di vista. Alla prima edizione parteciparono 13 nazioni, per arrivare al 2012, data del quarto appuntamento, a cui presero parte più di 40 Paesi, con 350 delegati accreditati.

Nel quarto congresso Nursultan Nazarbayev ha proposto la creazione di un nuovo portale dedicato alla tolleranza globale, da inserire nel macro portale G-Global. Idea rivoluzionaria per cercare di avvicinare anche i giovani, attraverso l’uso di internet.

Il Forum di Astana interagisce naturalmente con le Nazioni Unite, cercando un dialogo internazionale sempre più incentrato sulla tolleranza, di cui il Kazakhstan è portavoce mondiale.

Più di 130 etnie vivono in armonia nel Kazakhstan, a dimostrazione che la cooperazione ed il rispetto reciproco sono alla base di questo Paese.

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