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India, musulmani massacrati tra il silenzio del mondo

La violenza contro i musulmani in India è salita a un livello senza precedenti negli ultimi decenni. Le bande indù attaccano indiscriminatamente i cittadini musulmani. Almeno 60 musulmani sono stati uccisi e oltre 300 sono rimasti feriti nell’ultimo anno. Le immagini che circolano online della violenza in India negli ultimi tempi sono orribili e rivelano la gravità della tragedia. 

Perché sono iniziate le proteste dei musulmani in India? 

Migliaia di persone hanno manifestato in varie città del Paese per protestare contro la violenza indù nei confronti della comunità musulmana. Nel corso delle proteste, gli indù hanno attaccato le moschee e le case dei musulmani.

La violenza ha radici in un disegno di legge del parlamento indiano alla fine del 2019. La controversa legge consente a molti, ma non ai musulmani, di ricevere la cittadinanza indiana.

Crimini contro i musulmani 

Secondo i rapporti, a seguito dell’aggravata brutalità anti-musulmana in India, in particolare nella zona nord-orientale di Nuova Delhi, diverse moschee sono state incendiate. Perfino alcuni musulmani sono stati bruciati vivi nelle loro case, o trascinati fuori dalle loro case e picchiati a morte. Anche i luoghi di lavoro appartenenti ai musulmani sono stati oggetto di violenza. Il Guardian ha riferito che in molti casi la polizia si è messa da parte e ha osservato i crimini o addirittura ha partecipato alla violenza degli indù. 

La comunità internazionale resta in silenzio

Il mondo, principalmente i Paesi occidentali che si vantano sempre di essere a favore della democrazia e dei diritti umani, hanno chiuso gli occhi sui crimini contro i musulmani. Manifestazioni sono state organizzate al di fuori dei consolati indiani in vari Paesi per chiedere la fine della criminalità anti-musulmana. 

Oltre all’Occidente, i Paesi arabi e musulmani, ad eccezione di Iran e Pakistan, restano colpevolmente silenziosi. Finora, anche l’Organizzazione della cooperazione islamica, come principale organizzazione musulmana con il dovere di affrontare tali casi, ha rifiutato di pubblicare una dichiarazione di condanna, scegliendo di tacere. Questo silenzio ha le sue radici profonde nei calcoli e nelle equazioni politiche. Molti Paesi arabi, motivati da considerazioni economiche e diplomatiche e incoraggiati dal governo indiano, hanno scelto di chiudere gli occhi sui crimini contro i musulmani.

di Yahya Sorbello

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