Jenin, culla della Resistenza palestinese
Nessun raid delle forze di occupazione israeliane a Jenin e al suo campo profughi rimane senza risposta da parte dei combattenti della Resistenza palestinese.
Negli ultimi mesi, le operazioni della Resistenza sono aumentate nel campo profughi di Jenin e nelle città circostanti, inclusi scontri armati e attacchi a fuoco contro i checkpoint dell’esercito israeliano. La Resistenza armata è aumentata in modo significativo, soprattutto in seguito alla guerra “Spada di Gerusalemme” a Gaza e agli attacchi israeliani a Gerusalemme occupata.
Il 13 maggio scorso, un ufficiale israeliano è morto per le ferite riportate durante gli scontri armati nel campo profughi di Jenin. Le fazioni della Resistenza palestinese a Jenin hanno formato una camera congiunta per rafforzare il coordinamento sul campo. I combattenti della Resistenza palestinese sottolineano che la resistenza armata è l’unica opzione per risolvere la causa palestinese.
Le autorità di occupazione israeliane hanno espresso preoccupazione in più occasioni per l’apparizione pubblica dei combattenti della Resistenza nel campo profughi della città, nonostante la stretta presa di sicurezza e l’efficace coordinamento della sicurezza con l’Autorità Palestinese.
A Jenin scoppiano spesso scontri armati per sventare le retate israeliane contro i palestinesi “ricercati”. Il funzionario del movimento di Hamas, lo sceicco Ahmed Al-Haj Ali, ha sottolineato che la Resistenza palestinese nel campo di Jenin ha una natura speciale, diversa dal resto della Palestina.
Gli analisti palestinesi affermano che l’occupazione israeliana non è riuscita a fermare la Resistenza palestinese. Funzionari israeliani hanno spesso chiamato Jenin “il vespaio” a causa del numero crescente di combattenti della Resistenza, soprattutto tra i giovani, e del loro solido confronto con le incursioni dell’esercito israeliano.
di Redazione