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White Helmets sorpresi durante un’esecuzione dei “ribelli”

Alcuni membri dei White Helmets sono stati catturati in un video disgustoso mentre aiutano i terroristi a sbarazzarsi del corpo di un uomo, dopo un’esecuzione sommaria nella città di Jasim, di fronte ad una grande folla. Le immagini rilasciate mercoledì scorso mostrano il sangue che fuoriesce dalla testa della vittima dell’esecuzione.

Caschi bianchiIl giorno dopo, giovedì, è stata rilasciata una dichiarazione dei White Helmets in cui si riconosceva che le azioni dei loro volontari non rispettano pienamente i rigidi principi di neutralità e imparzialità, “due volontari della difesa civile sono stati visti agire in modo improprio e non in linea con il codice di condotta per i membri volontari della difesa civile della Siria”.

I due membri sono stati sospesi per tre mesi, in quanto “la Difesa Civile in Siria prevede che ogni volontario svolga i propri doveri al più alto livello professionale, in quanto le azioni individuali di un membro influenzano la reputazione di tutti i volontari e l’organizzazione nel suo insieme”.

Il gruppo ha spiegato che all’inizio di questa settimana i membri della Difesa Civile hanno ricevuto una richiesta dalle autorità locali di “prendersi cura del corpo di una persona che era stata condannata a morte da parte del tribunale locale per omicidio”. Il problema sembra che il leader della squadra locale dei Caschi bianchi non abbia cercato “l’autorizzazione dei suoi superiori prima di accettare la richiesta” di disporre del corpo e richiesta che fu poi respinta, ha riferito il gruppo.

I Caschi bianchi non solo si sentono a proprio agio in territori controllati dal Fronte Al-Nusra e dallo Stato islamico, ma esprimono apertamente atteggiamenti positivi verso di loro, fornendo anche informazioni e persino assistenza finanziaria, secondo Maria Zakharova, direttore del Dipartimento Informazione e Stampa del ministero degli Affari Esteri russo. Il diplomatico russo ha fornito altre informazioni sui White Helmets, i cui membri hanno preso parte ad alcune operazioni terroristiche, su cui esistono “prove documentali” e dei video che mostrano soldati delle truppe siriane torturati in loro presenza.

I media mainstream occidentali hanno ripetutamente ignorato tutte queste relazioni, tuttavia, secondo Maria Zakharova, il comportamento del gruppo durante il presunto attacco chimico a Khan Shaykhun del 4 aprile è “da ricordare in modo particolare”, in quanto rappresenta la prova presunta irrefutabile fornita da loro che ha dato agli Stati Uniti un pretesto per compiere un atto di aggressione contro la Shayrat Airbase del 7 aprile, ha osservato Zakharova, aggiungendo che la Ong svedese dei dottori per i diritti umani aveva accusato i Caschi bianchi di falsificare informazioni sul loro lavoro umanitario in Siria producendo video.

Una giornalista e attivista canadese, Eva Bartlett, che ha viaggiato in Siria più volte dall’inizio del conflitto, ha affermato che mentre i membri del gruppo “sostengono di salvare i civili nell’Est di Aleppo e Idlib, nella zona orientale di Aleppo nessuno ha sentito parlare di loro”. La Bartlett ha osservato durante un discorso alle Nazioni Unite lo scorso dicembre, che il loro filmato effettivamente presenta bambini che sono stati “riciclati” in diversi rapporti.

Quella dei Caschi Bianchi rappresenta uno di tanti esempi di distorsione della verità, sintomatico del “doppio standard” dell’Occidente, in cui eroi e cattivi vengono decisi sulla base delle narrazioni. Ma di questo e del doppio standard dell’Occidente in Medio Oriente abbiamo già scritto.

di Cristina Amoroso

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