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Disoccupazione continua a crescere, ma per Renzi la crisi è superata

La disoccupazione a marzo è tornata a salire toccando il 13%, quella giovanile è arrivata addirittura al 43,1%; solo Grecia, Spagna e Croazia fanno peggio di noi. È l’Istat a spazzar via gli stucchevoli trionfalismi di qualche giorno fa, con cui il ministro del Lavoro Poletti e il Premier Renzi salutavano l’inversione di rotta e l’uscita dalla crisi grazie ai salvifici provvedimenti del Governo.

È successo che i tanto reclamizzati nuovi contratti a tempo indeterminato erano solo vecchi rapporti di lavoro che le aziende trasformavano per incassare i ricchi contributi messi a disposizione, salvo licenziare quando quegli aiuti fossero finiti.

Marzo era il mese che si attendeva per vedere i mirabolanti risultati del Jobs Act; s’è constato che nulla si muove, anzi, si muove a ritroso, perché le aziende possono licenziare più liberamente.

A complicare un quadro disastroso di suo, è arrivata l’ulteriore mazzata della sentenza della Corte Costituzionale: la Consulta ha dichiarato l’incostituzionalità del blocco dell’adeguamento Istat su circa sei milioni di pensioni, disposto nel 2011 dalla legge Fornero; un modo per far facile cassa sulle spalle dei pensionati. Adesso, per le casse dell’Inps e quindi dello Stato si apre un buco di almeno 10 Mld per il periodo dal 2012 in poi, con corrispondenti aggravi per gli anni che verranno, alla faccia di presunti “tesoretti” e regalie preelettorali che erano in gestazione.

Da ultima è stata Bankitalia a sottolineare come il pur modesto incremento del Pil è e sarà da attribuire all’azione della Bce e al calo del prezzo del petrolio, non certo alle misure dell’Esecutivo.

È il totale fallimento di una gestione inetta che i ridicoli annunci propagandistici del Premier non riescono più a mascherare, puntualmente sbugiardati dalla realtà; il Paese continua ad affondare inesorabilmente, ma di azioni serie, che pongano un argine a sprechi, corruzione, rendite parassitarie e immobilismo neppure l’ombra; di lotta a potentati piccoli e grandi che lucrano a dismisura sugli italiani neanche a parlarne e tanto meno di azioni che mettano un freno al crescere mostruoso delle diseguaglianze: è l’Italia di Renzi e dei suoi spot confezionati sul nulla.

di Salvo Ardizzone

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