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Italia: il dramma dell’occupazione giovanile

di Redazione

Secondo i dati del Censis e del Forum Ania–Consumatori, negli ultimi 10 anni si sono persi 2,3 milioni di posti di lavoro fra i ragazzi aventi un’età fra i 18 e i 34 anni; in questa fascia gli occupati sono diminuiti di 12,7 punti percentuali, passando dal 58,7% del 2004 al 46% del 2013. La mancata creazione di valore economico conseguente è costata all’Italia oltre 152 Miliardi di Euro.

Secondo il lavoro presentato, gli effetti di questa mancanza di prospettive e di lavoro si rispecchiano pesantemente sulla qualità della vita di un’intera generazione, che torna a pensare in massa all’emigrazione in altri Paesi (sono almeno 3,2 milioni), vive in uno stato di ansia ed incertezza per un futuro senza protezioni (si registrano percentuali altissime), e fra quelli che vivono fuori dall’ambito familiare sono milioni coloro che non riescono a coprire le spese o sono costretti a ricorrere regolarmente all’aiuto della famiglia.

Il risultato di un decennio di politiche prima “creative” e di rimozione dei problemi, poi d’austerità, è stato l’impoverimento di ampie fasce di popolazione, soprattutto fra quella giovanile, che in genere non ha trovato spazi d’inserimento nel mondo del lavoro, che non fossero all’insegna dello sfruttamento e della precarietà.

Questi dati certificano, per l’ennesima volta, che una generazione è stata sacrificata dalle scelte ciniche e ottuse di classi dirigenti indegne di questo nome.

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