AmbienteCronaca

Italia: corruzione una cultura da combattere

di Salvo Ardizzone

La corruzione è uno dei flagelli endemici del Sistema Italia, un macigno sulla via dello sviluppo e dell’occupazione, che divora le scarse risorse disponibili, dirottandole nelle tasche di chi ci ingrassa.
La Guardia di Finanza ha denunciato per corruzione, concussione, peculato e abuso d’ufficio 1.435 soggetti nei primi cinque mesi del 2014, arrestandone 126, ed è nel settore degli appalti pubblici che c’è stato il picco. Dall’inizio dell’anno, le sono pervenute dall’Unità d’Informazione Finanziaria della Banca d’Italia oltre 38mila segnalazione di operazioni sospette, con un’impennata che non conosce soste.

Lo ha dichiarato Saverio Capolupo, Comandante della Guardia di Finanza, intervenendo a Ponza in un convegno. Parlando della situazione generale, ha detto pure che “la repressione non basta, occorre intervenire anche sulla prevenzione presso le pubbliche amministrazioni e sulla trasparenza dei processi decisionali”. Inoltre, ha invitato a valutare il fenomeno crescente dell’evasione di necessità, che riguarda quei contribuenti impossibilitati a ottemperare ai propri obblighi tributari per difficoltà economiche, che non possono essere equiparati a chi froda ed evade per puro lucro.

È l’ennesima fotografia d’una società malata, dove è sempre più difficile che funzionari ed amministratori della cosa pubblica facciano semplicemente il proprio dovere. Farlo è divenuto quasi l’eccezione in una società che deifica il successo, misurandolo solamente in termini economici, e tratta praticamente da babbei chi non fa il “furbo” e non “approfitta” del proprio ruolo.
Questa paurosa mancanza di etica è la barriera che vanifica qualunque normativa e taglia le gambe a ogni tentativo di ripresa; essa va combattuta prima d’ogni cosa in termini culturali, restaurando i valori della cosa pubblica e della collettività, ora terribilmente compromessi.

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