Italia: agenti di Polizia penitenziaria indagati per violenze sui detenuti
Sono 15 gli agenti indagati per gli abusi in carcere. Uno dei detenuti sarebbe stato picchiato mentre aveva una crisi epilettica.
Si sarebbero scagliati su alcuni detenuti con calci e pugni, fino a farli stramazzare a terra; avrebbero infierito su un carcerato in preda a una crisi epilettica, picchiandolo in cella e trascinandolo poi lungo tutto il corridoio, scalciando ancora contro di lui; avrebbero rivolto ingiurie di stampo razzista contro un immigrato recluso, coprendolo di sputi, minacciandolo, lasciandolo al freddo in cella, anche perché avrebbe denunciato un pestaggio durante la visita dell’onorevole Rita Bernardini. Sono dei macigni le accuse che pesano su quindici agenti della polizia penitenziaria in servizio al carcere di Vicenza, a cui nelle scorse ore sono stati notificati gli avvisi di garanzia. Sono tutti indagati per abuso di autorità.
A far scattare l’inchiesta del pm Alessandro Severi, la denuncia di cinque reclusi, due italiani e tre africani. I fatti contestati si sarebbero verificati tra luglio 2012 e gennaio 2013. Nei prossimi giorni le guardie carcerarie avranno la possibilità di chiarire le loro posizioni facendosi interrogare. Sono agenti semplici ma anche sovrintendenti, con vari ruoli e gradi. Si tratta di Angelo Castelli, Lino Alessio, Francesco Siragusa, Giuseppe Lo Zito, sindacalista della Cgil assieme a Salvatore Carrozzo, Carmela Tarice, Rosario Cuffaro, Giovanni Salafia, Nicolò Bonomo, Renzo Valvo, Fausto Atzori, Pasquale Paladini, Giovanni Soligo, Mario Volturo, Maurizio Balducci. Sono accusati a vario titolo di avere abusato della divisa che portano, di avere alzato le mani, insultato e maltrattato i cinque detenuti.
“Non commento – è la dichiarazione, lapidaria, del direttore del San Pio X, Fabrizio Cacciabue – non entro nel merito”.
Il primo episodio denunciato sarebbe avvenuto i primi di luglio di due anni fa. Vittima un africano che ha denunciato di essere stato preso a calci e pugni solo perché si era opposto ad entrare nella cella senza i suoi effetti personali, dato che era appena stato trasferito da San Vittore. Altro episodio, sempre di luglio, avrebbe come vittima un italiano: avrebbe tirato un calcio sotto la scrivania e ingiuriato gli agenti, che lo avrebbero messo a tacere con un pugno alla testa e poi con calci in tutto il resto del corpo, capo compreso.
Altro pestaggio, in estate, ai danni di un altro magrebino: arrivato nella sua sezione, sarebbe stato accolto in modo violento, con calci all’addome. Ad agosto un altro caso, che era già filtrato all’esterno, seppure sommariamente. Ad essere preso di mira, secondo l’accusa, un italiano. All’apice di una crisi compulsiva, per una malattia diagnosticata, sarebbe stato picchiato dentro la cella, quindi afferrato per i piedi e trascinato all’esterno, lungo il corridoio, per metri, e al contempo colpito con dei calci ai fianchi. Fatti, questi, che un detenuto africano, testimone, ha poi denunciato all’onorevole Rita Bernardini in visita al carcere.
Questo avrebbe scatenato l’ira dei secondini, che per vendetta lo avrebbero insultato, sbeffeggiato e preso a sputi. Anche con frasi come: “Vediamo se l’onorevole verrà da Roma a salvarti, perché io sono siciliano e sono più delinquente di te”.
Fonte: Corriere del Veneto