Cronaca

Ita, discriminazione verso le donne

Quello che ha portato alla denuncia depositata al tribunale è frutto di un audio nella quale, la compagnia che ha preso il posto di Alitalia, Ita, “pettina” i dati che servono per selezionare gli assistenti di volo. 

Ita, emerge dall’esposto in tribunale, ha discriminato le donne nella fascia di età che va dai 35 ai 50 anni, una fascia di età non causale ma che ha uno scopo ben preciso: è quella nella quale si trovano le maggiori esigenze di figli e di familiari non autosufficienti, quelli che usufruiscono della famosa legge 104. Le accuse verso la compagnia di volo sono tutte state presentate nella class action che è stata depositata al tribunale di Roma il 30 Dicembre 2020.

Non è la prima volta che il personale del trasporto aereo subisca delle angherie, basta ricordare come Ita ha svolto le selezioni dei cassa integrati dell’Alitalia dove ogni candidato ha dovuto postare on line un video rispondendo a molte domande contravvenendo alla tutela dei dati personali e a quelli della privacy nella quale, saranno gli avvocati a scoprirlo, vi è anche la richiesta di allegare “un estratto contributivo dal quale è possibile desumere le condizioni personali di malattia, handicap, maternità, propria e dei familiari”.

Sono 44 le pagine depositate a firma degli avvocati Bidetti, De Marchis, Circi. A smuovere le acque è stata un’assistente di volo con oltre 20 anni di anzianità che si è vista scartare per il seguente motivo: ha tre figli, di cui uno con disabilità per cui può avvalersi della legge 104 con permessi per poterlo assistere. 

Ita e manodopera femminile

Ita ha assunto il 99,9% del personale di condotta (comandanti e piloti ) e di cabina (assistenti di volo) degli aeromobili “pescando” dal bacino del settore Aviation di Alitalia. Grazie a questo ha ottenuto deroghe dell’Ente nazionale aviazione civile (Enac) per i programmi di addestramento previsti dalle procedure di «conversione dell’operatore» obbligatorie «quando si viene assunti», adducendo «un comune bagaglio di esperienze maturato sulle procedure di Alitalia», visto che tutti gli aeromobili utilizzati sono stati acquistati da Alitalia.

Nonostante «la omogenea provenienza del personale di cabina da Alitalia, la presenza di manodopera femminile e in particolare tra gli assistenti di volo, presenta una costante ingiustificata contrazione della presenza di lavoratrici e in particolare di quelle ritenute in “età critica” per la gestione operativa dei voli per ragioni di cura familiare», quella cioè fra i 35 e 55 anni.

“Indice di femminilità”

Entrando nel dettaglio e raffrontando con la concorrenza, il cosiddetto “indice di femminilità” mostra lo stato dell’arte: il rapporto donna/uomo. Tra il personale di cabina al primo agosto 2021 in Alitalia era pari 1,31 (ovverosia 1,31 donne ogni uomo). In Ita si riduce di circa 14 punti contraendosi al 1,17 con un calo del 46% nella fascia 36-40 anni e del 38% nella fascia 41-45.

Su numeri molto più piccoli, le cose peggiorano drasticamente considerando le lavoratrici in legge 104. L’indice di femminilità calcolato con riferimento al personale di cabina che beneficia della legge 104/92, passa da un rapporto di parità tra uomini e donne in Alitalia a uno 0,30 in Ita: le donne sono inferiori ad un terzo del totale. Le donne vengono penalizzate anche sotto il profilo retributivo in quanto la loro presenza tra le assistenti di volo con funzioni di responsabilità di cabina che fruiscono di una maggiore retribuzione scende in ogni fascia di età. 

Se reimpiego ci sarà, verrà giocato tutto sulle carte bollate e dentro le aule dei tribunali perché il personale Ita ha presentato un’altra class action che mira proprio a questo.

di Sebastiano Lo Monaco

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