Israele ha violato diritto umanitario con armi Usa
A palesare quello che tutti pensavano è stato il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken. È successo venerdì scorso quando lo stesso Blinken si è presentato al congresso degli Stati Uniti con un rapporto sulla guerra in corso nella Striscia di Gaza. L’obiettivo del rapporto erano le pratiche adottate da Israele per la tutela dei diritti civili, l’uso delle armi e l’invio di aiuti umanitari.
Questo si legge nel rapporto: “È ragionevole valutare che le armi e le munizioni inviate dagli Stati Uniti ad Israele siano state usate in modo inappropriato, ignorando tutte le linee guida del diritto umanitario come uccidere o ferire i civili”. La ragionevole valutazione è data dal fatto che il Dipartimento di Stato non ha trovato prove inconfutabili su queste violazioni e che quindi non è possibile concludere con certezza che il regime sionista abbia violato il diritto internazionale.
Israele e ipocrisia americana
Il rapporto però indica quali siano gli episodi incriminati, ma non si pronuncia in modo definitivo anche se a dicembre il New York Times aveva dimostrato che Israele aveva usato bombe in zone densamente popolate nella Striscia di Gaza. Si trattava di ordigni “2mila pound bombs”, ossia bombe dal peso di duemila libre (900 chili), armi “regalate” ad Israele dagli amici americani.
Dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza sono stati uccisi più di 35mila palestinesi, nella grande maggioranza dei casi si tratta di civili. Non smetteremo mai di sottolineare che il 70% delle vittime a Gaza sono donne e bambini. Ed è questo numero definito “eccessivo” dal rapporto che fa sorgere dubbi sul rispetto del diritto umanitario da parte del regime sionista. Sempre nello stesso report, si legge che Israele ha però “conoscenze ed esperienza per limitare i danni contro i civili nella sue operazioni militari”. A mettere le cose in chiaro ci pensa nuovamente il New York Time, quando afferma che il rapporto si contraddice da solo.
Mancano gli aiuti
Nel rapporto si legge anche che il regime sionista non ha fatto abbastanza per permettere l’arrivo di aiuti umanitari. Ancora una volta non si arriva mai alla vera condanna, rimanendo sempre sul vago. Il motivo è semplice, perché se fosse confermato dimostrerebbe che Israele sta violando il diritto internazionale con la complicità degli Stati Uniti.
Usa che avrebbero sospeso l’invio di un nuovo carico di armi che sarebbero state utilizzate nell’invasione di Rafah, comprendente 3mila bombe. A fare eco a tutto ciò ci sono anche le dichiarazioni di Biden che ha criticato duramente l’operato dell’esercito sionista, minacciando di sospendere l’invio di ulteriori carichi se l’Idf dovesse invadere Rafah.
di Sebastiano Lo Monaco