EuropaPrimo Piano

Le elezioni in Austria avranno riflessi pesantissimi in tutta Europa

di Salvo Ardizzone

Il risultato delle elezioni in Austria è destinato a mutare non solo gli equilibri del Paese, ma ad avere riflessi pesantissimi in tutta Europa.

Il primo turno delle presidenziali ha visto crollare sia Popolari che Socialdemocratici, insieme i due partiti che governano l’Austria dal 1945 raggiungono a malapena il 22%; anche se le parlamentari sono previste per il 2018, è un tracollo che avrà effetti immediati su un Governo che è nei fatti delegittimato.

A trionfare oltre ogni aspettativa è Norbert Hofer, il candidato dell’Fpoe, il partito dell’estrema destra xenofoba, che sfiora il 36% e va al ballottaggio insieme al verde Alexander Van der Bellen, che supera il 20%.

Al voto è andata la paura, la crisi dei migranti cavalcata con cinismo dalla destra in nome del più becero populismo; a nulla sono valse le misure prese dal Governo nel tentativo d’assecondare gli umori della gente; comunque vada al ballottaggio, per i partiti che hanno retto l’Austria fin’ora è una sconfitta traumatica che segna la fine di un’era che durava da settant’anni.

Dinanzi a una crisi che non hanno saputo affrontare e a cui non hanno dato risposte convincenti, scontano lo scollamento della società; una società sempre più chiusa ed egoista, priva di valori autentici, in cui hanno trionfato gli slogan vuoti delle destre, semplici spot centrati sulla paura.

Ma quello austriaco non è un caso a parte, rappresenta uno scenario comune a quasi tutta l’Europa, e per questo quel risultato elettorale è destinato ad influenzare pesantemente le classi politiche di tutta la Ue, preoccupate d’essere spazzate via dall’onda dei populismi dei vari Salvini, Le Pen o dell’olandese Wilders.

È in questa paura che si deve interpretare l’attivismo della Merkel, che fa la spola con la Turchia a blandire Erdogan perché si tenga quei migranti che esso stesso ha contribuito a creare più d’ogni altro, e usa ora come arma di ricatto verso un’Europa succube e imbelle. Sull’onda del terrore di perdere il potere, i suoi governanti faranno la fila alla corte del “sultano”, cedendo a tutte le sue richieste pur di salvare le poltrone.

Uno spettacolo disgustoso, che mostra l’ipocrisia su cui si regge la Ue, un’istituzione posticcia e senza valori, pronta a inchinarsi a tutti coloro che le impongono le proprie convenienze, anche quando sono un suicidio per l’Europa. Washington, con le sue sanzioni verso Mosca, e adesso la Turchia, senza pensare minimamente che cedere ai ricatti di un despota non solo non risolve il problema ma lo aggrava. Ma tant’è, l’Europa è questa.

L’Europa della burocrazia e delle lobby, dei politici d’accatto attenti solo a mantenere il potere, o a conquistarlo, come ora i vari Salvini & C.

Tags
Mostra altro

Articoli correlati

Back to top button
Close
Close

IlFaroSulMondo.it usa i cookies, anche di terze parti. Ti invitiamo a dare il consenso così da proseguire al meglio con una navigazione ottimizzata. maggiori informazioni

Le attuali impostazioni permettono l'utilizzo dei cookies al fine di fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Se continui ad utilizzare questo sito web senza cambiare le tue impostazioni dei cookies o cliccando "OK, accetto" nel banner in basso ne acconsenterai l'utilizzo.

Chiudi