Il fallimento militare di Israele sta provocando una pioggia di dimissioni all’interno dell’apparato militare del regime. Negli ultimi giorni, hanno destato particolare scalpore le dimissioni del comandante dell’Unità 8200, la più grande unità di raccolta di informazioni dell’esercito israeliano.
I media israeliani hanno riferito giovedì che il generale di brigata, Yossi Sariel, ha notificato ai suoi superiori e subordinati che intende dimettersi. L’esercito israeliano ha affermato che Sariel sarà sostituito “nel prossimo periodo”.
L’8200 è la principale unità di intelligence dell’esercito ed è tra le unità che non sono riuscite a impedire l’operazione Al-Aqsa Storm da parte della Resistenza palestinese il 7 ottobre 2023.
È la stessa unità il cui quartier generale è stato preso di mira dal movimento di Resistenza libanese Hezbollah a fine agosto.
Herzi Halevi verso le dimissioni
Nel frattempo, il capo di stato maggiore israeliano, Herzi Halevi, si sta preparando a dimettersi a fine dicembre, ha riferito Channel 12, citando conversazioni che Halevi ha avuto con le persone intorno a lui.
Entro quella data, l’esercito dovrebbe aver completato tutte le sue indagini interne sui fallimenti che circondano l’operazione del 7 ottobre, ha aggiunto.
Halevi è succeduto ad Aviv Kohavi come capo militare nel gennaio 2023. I capi militari di solito prestano servizio per tre anni, molti dei quali per un quarto anno. Halevi ha più volte riconosciuto la piena responsabilità per non essere riuscito a sventare l’operazione di Hamas. Ciò avviene in mezzo a una recente ondata di dimissioni nell’esercito israeliano e nel cosiddetto establishment della sicurezza.
Un’ondata di dimissioni di alto profilo ha scosso l’esercito sionista, con diversi alti ufficiali che si sono dimessi, citando l’incapacità dell’intelligence di prevedere le operazioni della Resistenza palestinese e motivi personali.
Israele fuori controllo
Il capo della divisione di ricerca della direzione dell’intelligence militare, il generale di brigata Amit Saar si è dimesso “per motivi personali”, secondo i media israeliani. Anche il capo della direzione dell’intelligence militare dell’esercito israeliano, il maggiore generale Aharon Haliva, ha annunciato le sue dimissioni per non essere riuscito a prevedere l’operazione del 7 ottobre. Il comandante della divisione Gaza dell’esercito sionista, il generale di brigata Avi Rosenfeld, si è dimesso per non essere riuscito a proteggere le basi militari e gli insediamenti israeliani durante l’operazione. Il capo del distretto meridionale dell’agenzia di sicurezza Shin Bet si è dimesso, citando il fallimento del suo dipartimento nel prevenire il raid di Hamas del 7 ottobre.
Un ufficiale dei servizi segreti della divisione di Gaza ha informato i suoi comandanti che intende dimettersi a causa del fallimento dei servizi segreti. Il capo delle forze di terra di Israele, Tamir Yadai, si è dimesso per “motivi personali” dopo aver ricoperto il suo incarico per tre anni. Il 6 giugno, il ministro del governo di Guerra israeliano, Benny Gantz e l’osservatore del governo di guerra Gadi Eisenkot si sono dimessi dal governo di unità d’emergenza del primo ministro Benjamin Netanyahu. Gantz ed Eisenkot si unirono al regime di Netanyahu dopo l’attacco israeliano a Gaza, portando alla formazione del governo di emergenza, che poi istituì il governo di guerra.
Secondo il quotidiano ebraico Maariv, il ministro israeliano Itamar Ben Gvir, responsabile del sistema carcerario e della polizia, avrebbe bloccato la promozione di diversi ufficiali. Lo stesso rapporto del Maariv, pubblicato il 4 settembre, afferma che la nomina di ogni nuovo capo della polizia è accompagnata da un’ondata di dimissioni.
di Redazione
