“Israele per gli Ebrei”, la nuova legge apartheid
L’approvazione del controverso disegno di legge del parlamento israeliano (Knesset) è l’ennesima dimostrazione del razzismo che vige all’interno dell’entità sionista, patria della presunta e tanto sbandierata dall’Occidente democrazia mediorientale. La legge apartheid sullo “stato nazione” incoraggia la costruzione di più insediamenti per gli ebrei a scapito dei palestinesi. Inoltre, pregiudicherebbe l’intero Israele contro chiunque non sia ebreo. Questa iniziativa israeliana è un totale rifiuto di ogni valore della democrazia.
Il Parlamento israeliano ha adottato questo disegno di legge controverso che dichiara l’entità occupante “lo stato-nazione del popolo ebraico”. La mossa è stata ampiamente criticata come misura di apartheid che potrebbe portare alla discriminazione contro la propria popolazione araba. Il disegno di legge è passato con un voto di 62-55 dopo un lungo e tempestoso dibattito.
Il disegno di legge dà priorità ai valori “ebraici” rispetto a quelli democratici nei territori occupati e riconosce Gerusalemme (al-Quds) come la capitale di Israele. Permette anche alle comunità di soli ebrei, di impostare l’ebraico come lingua ufficiale di Israele e relega l’arabo da una lingua ufficiale a uno con “status speciale”.
Israele è un regime teocratico sotto il controllo dei rabbini sionisti, che non prestano attenzione ai principi basilari della democrazia e della legge. Con questa ultima legge, sulla bara della presunta democrazia israeliana sono stati piantati gli ultimi chiodi.
di Redazione