Israele alla Cpi: “Abbandonate il caso Gaza o sarete distrutti”

Israele – Il procuratore capo britannico della Corte penale internazionale è stato avvertito a maggio che se i mandati di arresto per il primo ministro sionista Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della guerra Yoav Gallant non fossero stati ritirati, lui e la Cpi sarebbero stati “distrutti”. “Distruggeranno te e la Corte”, ha avvertito il procuratore capo Karim Khan un avvocato israeliano della Cpi vicino a Benjamin Netanyahu.
L’avvertimento è stato pronunciato durante un incontro privato all’Aia il 1° maggio da Nicholas Kaufman, un avvocato britannico-israeliano che attualmente difende l’ex presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, presso la Cpi. Secondo una nota interna visionata da Middle East Eye, Kaufman ha dichiarato a Khan di aver parlato con il consulente legale di Netanyahu e di essere stato “autorizzato” a proporre una soluzione confidenziale per aiutare il procuratore a “scendere dall’albero”, ovvero a ritirarsi discretamente dal caso.
Israele e la politica delle minacce
Kaufman consigliò a Khan di riclassificare i fascicoli del caso come riservati, in modo che il regime sionista potesse rispondere alle accuse in privato, anziché tramite procedimenti pubblici. Ma lanciò anche un avvertimento: se Khan avesse avanzato ulteriori accuse, come quelle contro i ministri israeliani di estrema destra Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, “tutte le opzioni sarebbero state fuori discussione”. Poi aggiunse: “Distruggeranno voi e distruggeranno la Corte”. Khan e sua moglie, presente all’incontro, interpretarono entrambi le parole come una minaccia diretta. Kaufman in seguito negò di aver formulato alcuna minaccia e affermò di agire di propria iniziativa, non per conto del regime israeliano.
Il caso al centro di questa controversia riguarda l’indagine della Cpi sui crimini di guerra commessi durante l’attacco militare in corso del regime sionista a Gaza. Il 20 maggio 2024, Khan presentò formalmente una richiesta di mandato d’arresto contro Netanyahu e Gallant per crimini tra cui la fame di civili e l’attacco a popolazioni protette. Sei mesi dopo, il tribunale ha emesso mandati di arresto per i funzionari del regime israeliano.
Questo tentativo di intimidazione non è un caso isolato, ma è il risultato di una serie di pressioni, minacce e interferenze politiche volte a proteggere Israele dalla responsabilità internazionale. A febbraio, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni personali a Khan, revocandogli il visto e congelandone i beni. Anche alla sua famiglia è stato impedito l’ingresso negli Stati Uniti. A giugno, quattro giudici della Cpi che avevano approvato i mandati di arresto sono stati sanzionati in modo analogo.
di Redazione