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Israele e Al-Julani: alleanza contro Asse della Resistenza

Molti eventi che hanno avuto luogo negli ultimi mesi in Siria sollevano dubbi, soprattutto durante Al-Aqsa Storm, sull’esistenza di un collegamento tra Israele e il gruppo terroristico Hay’at Tahrir al-Sham, guidato da Abu Muhammad Al-Julani (ex Fronte Al-Nusra), vista la convergenza spaziale, temporale e di interessi in molti ambiti delle operazioni portate avanti da entrambi.

È quanto ha indicato il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, nel suo discorso in occasione della prima Notte del Destino (29/03/2024), quando ha affermato: “Ieri notte, per esempio, Israele ha fatto irruzione lungo la linea di contatto con i gruppi armati nel nord della Siria, sul fronte di Aleppo. Gli aerei israeliani hanno fatto irruzione e hanno tradito tutti, e subito dopo i raid israeliani i gruppi armati hanno attaccato la linea del fronte, ma ovviamente sono stati sconfitti, grazie a Dio.”

Attacchi di Israele

Ciò che rafforza notevolmente i dubbi è la coincidenza degli attacchi aerei israeliani, descritti come i più violenti degli ultimi anni, e che hanno colpito per la prima volta le aree a sud di Aleppo. Sono circa 30 gli attacchi israeliani contro la Siria nel corso di quest’anno, con gli attacchi della “Brigata Al-Ghuraba Turkestan” affiliata al Maggiore Generale, Omar bin Al-Khattab, che utilizza droni nella zona occidentale di Aleppo.

Per far sì che i sospetti aumentassero sempre di più, fonti militari siriane hanno riferito che gruppi affiliati all’organizzazione terroristica Isis hanno attaccato contemporaneamente anche alcune postazioni dell’esercito nelle vicinanze di Palmira.

Nonostante l’aggressione israeliana che ha provocato la morte di oltre 40 persone, l’esercito siriano e i suoi alleati (tra cui Hezbollah), sono riusciti a far fronte all’attacco dei gruppi terroristici colpendo tutti i loro membri.

Nello stesso contesto, secondo diverse fonti sul campo, uno degli attacchi israeliani ha preso di mira un deposito di munizioni nella regione, collegato alle operazioni di combattimento dell’esercito siriano e di Hezbollah. Ciò rafforza il legame riconciliatore tra Israele e il Comitato di Liberazione, poiché il primo mirava a sferrare un duro colpo a Hezbollah (in risposta all’escalation delle operazioni del partito s sostegno della Resistenza palestinese), mentre il secondo ha sfruttato questi attacchi come un forma di supporto e preparazione per il suo attacco. Alcune figure vicine ai gruppi terroristici di Idlib li hanno precedentemente invitati a sfruttare gli attacchi israeliani, con l’obiettivo di rafforzare la loro posizione sul campo!

Un’opportunità per Al-Julani

Questi attacchi, soprattutto se seguiti da un’escalation militare da parte dell’esercito siriano e dei suoi alleati, rappresentano un’opportunità per Al-Julani e il suo gruppo di ridurre l’intensità del movimento di protesta interno e popolare contro di lui in questa regione. Questa è la più grande sfida che il gruppo deve affrontare nella regione di Idlib e nella provincia di Aleppo, e che costituisce una minaccia alla coesione dell’Autorità.

La crisi interna di Al-Julani lo ha portato ad aumentare drasticamente il ritmo delle operazioni di “indulgenza” contro le posizioni dell’esercito siriano e dei suoi alleati, soprattutto durante il mese di marzo, al punto da superare le 10 operazioni lungo gli assi nelle campagne settentrionali di Latakia, Idlib meridionale e Aleppo occidentale.

Pertanto, è nell’interesse di Al-Julani rafforzare i nervi della sua organizzazione e della regione che controlla, e coincide con gli interessi di Israele nel cercare di esaurire le forze dell’Asse della Resistenza.

di Redazione

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