Israele, 900mila dollari per insabbiare il genocidio

Israele starebbe pagando 7mila dollari a post a influencer sui social media, nell’ambito di una vasta campagna di propaganda online volta a orientare l’opinione pubblica globale a suo favore. In un recente incontro, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sottolineato l’importanza degli influencer nel contrastare le critiche, affermando: “Dobbiamo reagire. Come possiamo reagire? Con i nostri influencer”. Ha esortato i funzionari a interagire con questa comunità, sottolineandone il valore strategico.
Israele e la “verità rivelata”
Documenti ottenuti dalla rivista online Responsible Statecraft rivelano che Bridge Partners, una società con sede negli Stati Uniti che lavora per il Ministero degli Esteri israeliano, sta guidando la campagna. Bridge Partners ha presentato fatture per un totale di 900mila dollari ad Havas Media Group Germania, una società di media internazionale che lavora per conto di Israele, per una campagna di influencer in programma da giugno a novembre.
Le fatture coprono sia i pagamenti per gli influencer che i costi di produzione, ma non specificano la ripartizione. Dopo aver contabilizzato le spese di produzione fino a metà settembre, si stima che circa 553mila dollari siano andati direttamente agli influencer tra giugno e settembre.
La campagna coinvolge 14-18 influencer che dovrebbero produrre tra 75 e 90 post durante questo periodo, per un totale di circa 6.100-7.400 dollari a post. Questi post appaiono su piattaforme come TikTok e Instagram, promuovendo la narrativa dell’entità occupante.
Bridge Partners descrive la sua missione come la promozione dello “scambio culturale tra Stati Uniti e Israele” e ha arruolato l’ex portavoce militare israeliano Nadav Shtrauchler per supportare l’iniziativa. La campagna, nota come “Esther Project”, non ha alcun collegamento confermato con il “Project Esther” della Heritage Foundation, che prende di mira l’antisemitismo. Inoltre, Google avrebbe un contratto pubblicitario da 45 milioni di dollari con l’ufficio di Netanyahu per diffondere messaggi filo-israeliani che negano la crisi umanitaria a Gaza. Questa campagna, lanciata a giugno, è attiva tramite YouTube e i servizi Display & Video 360 di Google.
di Redazione