Israele, 10 anni di carcere a bambino palestinese
Un tribunale nei territori occupati da Israele ha condannato un minorenne palestinese a 10 anni di carcere, con l’accusa di aver attaccato le truppe sioniste a Gerusalemme.
Il 15 agosto 2019, Hammouda al-Sheikh, allora 14enne, venne colpito e ferito gravemente dalle truppe sioniste alla porta di al-Silsila nella moschea di al-Aqsa. Il minore, di al-Walaja, un villaggio palestinese nella Cisgiordania occupata, è stato lasciato sanguinare per quasi un’ora prima di essere portato in un ospedale vicino.
All’epoca, le autorità del regime sionista affermarono che il ragazzo e il suo compagno, Nassim Abu Roumi, anch’egli di 14 anni, avevano effettuato un attacco con coltelli contro i soldati, che avevano sparato contro di loro molti colpi di arma da fuoco, uccidendo Roumi sul posto e ferendo gravemente Hammouda. Il tribunale lo ha condannato a 10 anni di prigione, ha riferito il Centro informazioni palestinese.
Ad aprile, la Commissione per gli affari dei detenuti e degli ex detenuti palestinesi ha dichiarato in un rapporto che 200 bambini palestinesi sono detenuti nelle carceri del regime sionista in condizioni disumane, sottoposti a “processi farsa e torture”.
Qadri Abu Baker, capo della commissione, denunciò all’epoca le Nazioni Unite per non aver “fornito la protezione minima ai bambini palestinesi” contro l’abuso fisico e psicologico nelle carceri del regime occupante.
Abu Baker ha affermato che dal 2000 le truppe sioniste hanno arrestato più di 17mila minori. Ha sottolineato che la maggior parte dei bambini è stata sottoposta a torture fisiche e psicologiche.
I Diritti secondo Israele
Secondo i dati della Defence for Children International, ogni anno tra i 500 e i 700 bambini palestinesi (età 12-17 anni) vengono arrestati e processati nei tribunali militari israeliani. La detenzione di bambini palestinesi da parte del regime viola palesemente l’articolo 33 e l’articolo 34 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, secondo la quale le parti devono proteggere i bambini dal rapimento e da ogni forma di sfruttamento.
di Yahya Sorbello