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Israele in agonia intensifica massacro di innocenti

Israele, che è decisamente in agonia nonostante il supporto vitale fornito dagli Usa, ha escluso il rilascio di visti ai rappresentanti delle Nazioni Unite e alle sue agenzie per paura che la portata dei suoi crimini contro l’umanità possa essere rivelata al mondo intero.

Ciò fa seguito alla dichiarazione piuttosto mite del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, sulle sofferenze del popolo palestinese negli ultimi decenni, dopo il recente e ingiusto veto su almeno due risoluzioni da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati criminali nel mondo (Francia e Gran Bretagna), che chiedono la fine immediata della carneficina israeliana a Gaza.

Guterres e la natura criminale di Israele

Antonio Guterres non ha menzionato l’esistenza illegale dell’entità sionista e si è limitato a dire che l’operazione Al-Aqsa del 7 ottobre “non è avvenuta nel vuoto poiché i palestinesi sono stati sottoposti a 56 anni di soffocante occupazione”, aggiungendo nella sua dichiarazione che l’attacco di Hamas non giustifica la punizione collettiva in corso. I suoi commenti, apprezzati da diversi Paesi, sono stati immediatamente criticati da Israele che ha chiesto le sue dimissioni, come se, insieme al suo padrino gli Stati Uniti, controllasse l’organismo mondiale.

Ciononostante, il capo delle Nazioni Unite ha mostrato un raro coraggio nello sfidare Israele, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, affermando il giorno successivo che “la guerra ha le sue regole”. Guterres ha definito “catastrofica” la situazione a Gaza, dove il bilancio delle vittime civili è salito a oltre 7.700 con 20mila feriti e centinaia di migliaia di sfollati. Ogni tipo di soccorso, comprese le medicine, è bloccato, oltre al taglio dell’acqua ed elettricità in mezzo alla strana richiesta di Israele di evacuare i civili dal nord al sud della Striscia, dove nessun luogo (moschee, chiese e ospedali) è al sicuro dai bombardamenti.

Se questo non è genocidio…

Se questo non è il genocidio degli indigeni da parte dei coloni illegali dell’Europa orientale che negli ultimi 75 anni hanno reso la vita miserabile ai figli della terra (sia musulmani che cristiani), allora come dovremmo chiamarlo? E perché i sedicenti difensori dei diritti umani non solo sono impassibili di fronte alla morte e alla distruzione che si verificano a Gaza, ma stanno palesemente appoggiando la carneficina con un afflusso di armi più letali per Israele per incrementare lo sterminio di un popolo?

Tutto questo soffiare sul fuoco dell’olocausto dei palestinesi avviene mentre ai Paesi musulmani non è consentito inviare mezzi di difesa per la popolazione di Gaza, con la scusa che ciò peggiorerebbe la crisi e prolungherebbe la guerra unilaterale!

La scorsa settimana circolavano voci sul probabile arrivo di carri armati e munizioni a Gaza attraverso il valico di Rafah al confine del Sinai, voci che l’Egitto ha immediatamente smentito per paura di danneggiare i suoi ingiustificati rapporti diplomatici con l’usurpatore Israele. Ciò dimostra il fallimento politico e intellettuale dei capi dei Paesi arabi confinanti, che ormai avrebbero dovuto trovare il coraggio di prendere una posizione ferma contro l’intervento aperto dell’Occidente e diventare realisti dell’imminente collasso dell’entità sionista, che gli americani e gli europei stanno cercando disperatamente di scongiurare attraverso il loro incondizionato sostegno.

di Redazione

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