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Irlanda del Nord. L’incredibile storia di John Paul Wootton

di Redazione

John Paul Wootton, finito a 17 anni in pasto ad una Diplock Court, ha trascorso gli ultimi tre anni della sua vita internato a Maghaberry, senza processo. La corte senza giuria lo ha dichiarato colpevole, insieme a Brendan McConville, della morte dell’agente della PSNI Stephen Carroll, ucciso nel 2009 dalla CIRA. La moglie, Sharon, ha diffuso una lettera aperta scritta da John Paul: ne pubblichiamo la traduzione.

Il mio nome è John Paul Wootton, ho 20 anni e sono detenuto a Maghaberry da tre anni, ossia da quando ne avevo 17.

Il 10 marzo 2009, ancora teenager, fui arrestato e tenuto sotto interrogatorio per tredici giorni in relazione all’attentato all’agente Stephen Carroll, avvenuto a Craigavon il 9 marzo 2009. In tutti quei giorni, misi in chiaro che non sapevo nulla né avevo avuto nulla a che fare con l’attentato, ma gli interrogatori finirono solo quando il mio avvocato rispose con un’ingiunzione legale.

Il 30 marzo 2012, dopo un processo davanti ad una Diplock Court [una delle corti britanniche senza giuria parte della strategia di contro-insurrezione imposta nel Nord dell’Irlanda], fui condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’agente Carroll sulle basi di un dispositivo di localizzazione che deve essere stato nascosto nella mia auto, e che apparentemente aveva rilevato la mia presenza sulla scena del delitto. Tuttavia, il dispositivo in questione, che era stato posizionato dall’MI5, scomparve per un periodo di tempo, e quando finalmente venne recuperato porzioni di dati – che a quanto pare erano stati registrati – erano andati persi! Questi “buchi” apparentemente furono colmati da un agente dell’MI5 che al processo testimoniò protetto dall’anonimato e da uno schermo, e la sua spiegazione per la perdita dei dati fu che “l’aveva lasciato sulla sua scrivania e qualcuno l’aveva preso e poi rimesso a posto senza che lui se ne accorgesse”.

Oltre ai dati mancanti, l’ispezione della mia auto nello stesso arco di tempo fruttò anche un cappotto marrone su cui furono rilevati residui di polvere da sparo.

Queste particelle non corrispondevano al fucile o alle munizioni ritrovate dalla PSNI, le quali secondo l’accusa costituivano l’arma che uccise Stephen Carroll. Questo cappotto, che fu una prova chiave nel caso, non solo non apparteneva a me, ma non aveva con me alcun collegamento fisico, ossia niente tracce del mio DNA, fibre o impronte digitali.

In breve, non c’era una singola prova fisica che mi collegasse all’attentato, ma piuttosto un processo di speculazioni ed ipotesi che mi negò l’applicazione del principio di innocenza fino a prova contraria.

Durante il processo, il mio team legale tentò di portare in luce le anomalie del caso per dimostrare la completa assenza di prove contro di me; tuttavia, ad ogni tentativo si scontrarono contro la barriera dei “Public Interest Immunity Orders” garantiti all’accusa [si tratta di un controverso meccanismo britannico volto ad impedire che “informazioni sensibili” siano esaminate in tribunale]. Risultato: alla mia difesa fu negato di prendere visione di queste cruciali linee di inchiesta sui movimenti della mia auto e sulle particelle sul cappotto.

In conseguenza a tutto ciò, ho dato disposizioni al mio team legale perché ricorra in appello contro la condanna, sulle basi del fatto che io non abbia ricevuto un giusto processo, fatto dimostrato dalle seguenti ragioni:

  • Mi è stato rifiutato il diritto ad essere processato da una giuria; invece, sono stato processato da un singolo giudice in una Diplock Court.
  • Quest’unico giudice, in assenza di prove fisiche contro di me, si è basato su deduzioni negative e opinioni.
  • Prove che avrebbero potuto essere fondamentali per la mia difesa o addirittura avrebbero potuto minare le accuse contro di me sono state negate al mio team legale tramite l’uso dei Public Interest Immunity Orders.
  • È stato garantito l’anonimato a numerosi testimoni, così da evitare che la difesa potesse sottoporli a dovere ad interrogatori incrociati.

Vorrei ringraziarvi per aver occupato il vostro tempo a leggere questa breve descrizione di ciò che mi è successo, e vi chiedo di fare tutto ciò che è in vostro potere per portare in luce questo errore giudiziario, nella speranza di essere sottoposto ad un giusto processo davanti ad una Corte d’Appello.

Ulteriori informazioni sui dettagli legali di questo caso e il riassunto del primo processo sono reperibili su questo sito. Sentitevi liberi di farvi riferimento per dimostrare il livello di ingiustizia a cui siamo di fronte, o di contattare i miei rappresentanti legali per qualunque domanda.

Grazie,
John Paul Wootton

Fonte: http://thefivedemands.org

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