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Cisgiordania: continua lo sciopero della fame di Khader Adnan

di Manuela Comito

Il prigioniero palestinese Khader Adnan, 37 anni, continua lo sciopero della fame iniziato il 4 maggio in segno di protesta contro il regime di detenzione amministrativa a cui è stato condannato. Adnan, detenuto nel carcere israeliano di Hadarim, è stato sbattuto in isolamento subito dopo l’inizio della protesta; inoltre le autorità carcerarie esercitano pressioni rendendo l’isolamento ancora più duro al fine di convincerlo a desistere. Un avvocato della Palestinian Prisoner’s Society, l’unico a cui è stato permesso di visitare il detenuto, ha espresso profonda preoccupazione per le precarie condizioni in cui versa Adnan, il quale ora rifiuta anche le vitamine e si oppone a ogni accertamento medico.

Al momento il prigioniero ingerisce solo acqua da circa due settimane. In una lettere scritta pochi giorni fa, Adnan ha ribadito che l’obiettivo della sua protesta è di impedire a Israele di distruggere le conquiste dei prigionieri che hanno ottenuto la libertà attraverso lo sciopero della fame, solo per essere nuovamente arrestati dalle forze militari. Adnan è stato arrestato l’8 luglio 2014 e condannato alla detenzione amministrativa per la 10a volta nella sua vita. Già nel 2012 Adnan aveva intrapreso uno sciopero della fame che durò 66 giorni e ispirò centinaia di prigionieri, che usarono questa forma di protesta come arma contro l’ingiusta politica israeliana che abusa del regime di detenzione amministrativa.

La detenzione amministrativa è una procedura che consente alle autorità israeliane di arrestare chiunque senza incriminazione e senza processo, solo sulla base di ‘prove segrete’ delle quali non viene informato né il detenuto né il suo avvocato. Vige in tutti i Paesi, ma le autorità di Tel Aviv ne fanno un uso sconsiderato e illegale, adducendo a motivo uno stato di perenne emergenza, tale da richiedere il ricorso quotidiano a questa pratica. I prigionieri in regime di detenzione amministrativa passano mesi, a volte anni, in carcere senza conoscere il capo d’imputazione, né la durata della pena. Spesso vengono informati dell’estensione della pena solo il giorno prima che il precedente ordine scada, e quindi sono impossibilitati a fare appello contro la decisione del giudice.

Nel 2012, Amnesty International ha ampiamente documentato le violazioni dei diritti umani subite dai prigionieri palestinesi ed, in particolare, da quelli sottoposti a regime di detenzione amministrativa nel rapporto “Affamati di giustizia: palestinesi detenuti senza processo da Israele”. Secondo il Palestinian Prisoner’s Center for Studies, le autorità israeliane hanno emesso 300 ordini di detenzione amministrativa contro civili palestinesi dall’inizio del 2015, contro i 50 emessi nello stesso periodo dell’anno precedente.

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