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Abusi sessuali in cambio di cibo: sotto attacco i caschi blu Onu

di Federica Albano

Il peacekeeping, letteralmente “mantenimento della pace”, secondo la definizione dell’Onu è: “Un modo per aiutare Paesi tormentati da conflitti a creare condizioni di pace sostenibile”. Eppure quello che è successo nella Repubblica Centro-Africana non ha nulla a che fare con tutto ciò.

I fatti
“Se fai quello che ti chiediamo, poi avrai cibo”, questo è quello che è stato detto ad alcuni bambini che avevano avvicinato alcuni soldati per chiedere del cibo. Soldati che erano lì proprio per quel peacekeeping definito prima e che invece sono diventati i loro aguzzini.
Prettamente maschi, dai nove agli undici anni, molti di loro orfani, prede eccellenti di un sistema viscido e corrotto denunciato da Anders Kompass, funzionario Onu a Ginevra, che in maniera non autorizzata ha deciso di divulgare queste informazioni, frutto di un dossier denominato “Abusi sessuali su bambini da parte delle forze armate internazionali“, e lo ha fatto avere alle autorità francesi.

Circa cento ragazze (ma parliamo solo di casi verificati) hanno dichiarato di aver subito violenza sessuale da parte dei soldati impegnati nelle “missioni di pace” internazionali. Tre di loro nel 2014 sono state costrette da un comandante dell’esercito francese, impegnato nell’operazione “Sangaris”, a rapporti sessuali con un cane. O meglio, tre di loro sono riuscite a raccontarlo. C’era una quarta ragazza coinvolta che è morta tempo dopo per una malattia sconosciuta. Il tutto per 5mila franchi centroafricani a testa, l’equivalente di 7,50 euro. Una di loro è stata allontanata dopo le violenze perché le persone nel suo villaggio hanno iniziato a chiamarla “la cagna di Sangaris”.

Le accuse

Le accuse al momento riguardano 14 militari francesi, 3 soldati ciadiani e 2 della Guinea Equatoriale non tutti ancora completamente identificati. Il riconoscimento è avvenuto grazie alle testimonianze dei molti bambini che hanno saputo fornire dettagli utili alle autorità. Il rapporto sulle violenze perpetrate è stato pubblicato e divulgato tramite le pagine del britannico Guardian da Paula Donovan, co-direttrice di Aids-Free World, mentre al momento l’Unicef sta offrendo sostegno psicologico alle vittime.

Solo nel 2014 sono stati denunciati 79 casi di abusi sessuali commessi dai caschi blu, uno su quattro verso minori prevalentemente ad Haiti, Sud Sudan e Congo.
Il capo della missione Minusca è stato deposto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, circa un anno fa a causa di tutte le segnalazioni pervenute. Oltre 50 denunce di cattiva condotta, almeno 11 quelle per violenza sessuale, insomma “un cancro interno al sistema” usando le parole di Ban Ki-Moon.

Il contesto

La Repubblica Centro-Africana è da decenni luogo di spargimenti di sangue, proprio a seguito di alcuni scontri nel Paese, l’aeroporto M’poko a Bangui, la capitale, era stato allestito come rifugio per la popolazione. I fatti documentati da Kompass, che ha rischiato il licenziamento per la divulgazione delle notizie, sono relativi alla missione del dicembre 2013-giugno 2014 denominata dapprima Sangaris e dopo Minusca.
A luglio 2014 Kompass aveva già sufficiente materiale in mano da far tremare le autorità internazionali e ha passato il dossier alla magistratura francese per svolgere ulteriori verifiche.

Secondo Kompass, la fuga di notizie è stata necessaria in quanto l’Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani (di cui lo stesso Kompass fa parte) non sapeva come districarsi dalle accuse e avrebbe voluto insabbiare l’inchiesta.

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