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Siria, l’inarrestabile avanzata dell’esercito fa crescere i timori in Israele e nel Golfo

di Giovanni Sorbello

L’inarrestabile avanzata condotta dall’esercito siriano e dai suoi alleati nel nord e nel sud della Siria contro i gruppi i terroristici, preoccupa oltremodo Israele ed alleati.

Il regime di Tel Aviv vede i suoi confini settentrionali fortemente a rischio. Il ministro dell’Intelligence israeliano, Yuval Steinitz, ha osservato giorni fa nel corso di un’intervista rilasciata ai media locali che “ciò che sta accadendo in Siria rappresenta un cambiamento nell’equilibrio strategico che favorisce il presidente siriano Bashar Assad e i suoi alleati”. Egli ha inoltre dichiarato che quello che sta succedendo in Siria è uno sviluppo molto pericoloso, che può influenzare negativamente Israele più dei tunnel di Gaza o dell’armamento di Hezbollah.

Secondo il Canale 2, c’è un forte rischio di rottura tra una parte dei gruppi terroristici ormai allo sbando e alla disperata ricerca di una via di fuga. I sauditi, che vedono i loro obiettivi sbriciolarsi davanti i loro occhi, hanno minacciato di inviare forze di terra per combattere il “terrorismo”, ebbene si, proprio quello che hanno creato e sostenuto fino ad oggi.

Come osservato da alcuni media arabi, Riyadh è ancora impelagata nel pantano yemenita da dove difficilmente ne uscirà da vincitrice; le riserve del Regno si assottigliano di giorno in giorno e il continuo calo del prezzo del petrolio stanno segnando per Casa Saud una crisi economica senza precedenti. Di fronte a questo scenario preoccupante, pensare ad una nuova iniziativa militare per il regime del Golfo sembra alquanto folle, oltre che assolutamente fallimentare. Ma come ci insegna la storia, dai folli e dai criminali bisogna aspettarsi sempre di tutto, specialmente quando hanno paura.

Israele, Stati Uniti ed Arabia Saudita stanno seguendo gli sviluppi siriani con grande preoccupazione, e sono ben consapevoli del fatto che, nonostante il sostegno dato ai cosiddetti “ribelli”, Assad resta ben saldo al governo del suo Paese e del suo Popolo.

Liberata Aleppo, molto probabilmente l’aggressione contro la Siria segnerà un decisivo punto di svolta, e forse, qualcuno avrà realmente più di un motivo per cui preoccuparsi.

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