Iraq: a chi serve tutta questa violenza?
Negli ultimi mesi l’Iraq è ripiombata nella violenza settaria, giornalmente attentati prendono di mira forze di sicurezza e la comunità sciita irachena. Fonti della polizia irachena riferiscono che oggi tre soldati sono stati uccisi da uomini armati in un checkpoint ad al-Dulaya, che si trova a 170 chilometri a nord di Baghdad. Altri cinque soldati sono rimasti feriti questa mattina in un altro attacco.
Sempre oggi un civile è stato ucciso e altri sette sono rimasti feriti in un attentato a Baquba, situato a 60 chilometri a nord di Baghdad. Nessun gruppo ha ancora rivendicato la responsabilità degli attacchi.
Dal dicembre 2011 si è registrato un incremento della violenza in tutto il paese, da quando è stato emesso un mandato d’arresto per il vice presidente Tariq al-Hashemi, che era stato incaricato da Paesi stranieri di organizzare uno squadrone della morte per eliminare funzionari iracheni e musulmani sciiti.
Il governo ha intensificato gli sforzi per aumentare la sicurezza in tutta il paese nel corso degli ultimi mesi, ma senza ottenere risultati significativi. Ciò dimostra come gli interessi e le ingerenze dei Paesi stranieri siano ancora forti in Iraq, malgrado il parziale ritiro delle truppe americane.
Mantenere un Paese ricco come l’Iraq diviso e devastato dalla violenza, sappiamo bene, poichè la storia lo insegna, a chi e per cosa serve.