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Bahrain, dove la tortura è “democrazia”

di Giovanni Sorbello

Il Centro per i diritti umani del Bahrain ha condannato sul suo sito web i pestaggi all’interno delle stazioni di polizia e l’uso eccessivo della forza, da parte delle forze di sicurezza del Bahrain.

Ahmad Abdulghani AlRayyes nato nel 1986 è stato arrestato nella sua casa di Duraz durante un raid della polizia. Suo fratello Hussein, era stato ferito all’addome circa due mesi fa dalle forze di sicurezza.

Suo padre, Abdulghani AlRayyes di 66 anni è andato alla stazione di polizia per riprendere suo figlio, appena entrato in caserma ha sentito urlare suo figlio per le percosse che stava ricevendo dai poliziotti, senza riuscire ad ottenere il permesso di vederlo. 

Il giovane Ahmad, dopo aver perso conoscenza a causa del pestaggio ricevuto, è stato trasferito all’Ospedale Internazionale del Bahrain dove è giunto cadavere. Il certificato di morte dichiara: “Dead on arrival”, senza specificare la causa del decesso. 

Il Bahrain rappresenta una delle “democrazie” medio orientali in cui i crimini e le torture verso gli oppositori politici non meritano l’attenzione e la condanna della comunità internazionale e di quei Paesi Occidentali, che tanto si dimenano a “costruire” ribellioni e colpi di Stato in giro per il mondo.

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