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Iran, Trump medita nuove sanzioni per sostenere “rivolte”

Iran – Mentre milioni di iraniani continuano a manifestare in tutto il Paese per rinnovare il loro sostegno alla Repubblica Islamica e denunciare la recente ondata di “violenze manovrate” che ha colpito alcune aree dell’Iran, l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sta considerando l’ipotesi di imporre maggiori sanzioni contro l’Iran, mentre aumenta la sua retorica a sostegno delle “rivolte” in alcune zone del Paese.

Andrew Peek, vice segretario di Stato aggiunto per Iraq e Iran, ha dichiarato questa settimana che la Casa Bianca sta soppesando una reazione alla recente ondata di disordini che hanno causato la morte di oltre una dozzina di iraniani. “Da parte nostra, terremo conto delle persone o entità che commettono violenze contro i manifestanti. Ciò implica l’esame di azioni che possiamo intraprendere contro tali individui, come le sanzioni e altri mezzi”, ha dichiarato Peek a Voice of America.

La scorsa settimana gruppi di manifestanti pacifici si sono riuniti in diverse zone del Paese, chiedendo alle autorità di affrontare le problematiche economiche. Pur non avendo alcun mandato, le proteste sono continuate ininterrottamente per diversi giorni. Gli eventi, tuttavia, sono stati oscurati quando elementi armati e vandali si sono presentati tra i manifestanti e hanno iniziato a lanciare attacchi contro proprietà pubbliche, stazioni di polizia e siti religiosi.

Trump ha parlato delle agitazioni in una serie di tweet nei giorni scorsi, promettendo che avrebbe continuato a sostenere gli scontri a differenza dei suoi predecessori. Kellyanne Conway, un consigliere della Casa Bianca, ha dichiarato giovedì scorso a Fox News che la Casa Bianca di Trump stava effettivamente rivedendo la possibilità di imporre nuove sanzioni contro la Repubblica Islamica. L’ambasciatore delle Nazioni Unite, Nikki Haley, ha chiesto una riunione urgente delle Nazioni Unite sulla situazione. Oltre a Trump, anche il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha sostenuto i disordini, incoraggiando i rivoltosi a continuare la violenza.

La natura delle sanzioni rimane ancora poco chiara. Dopo aver rifiutato di ricertificare l’impegno iraniano per l’accordo sul nucleare del 2015, Trump ha dichiarato in febbraio che avrebbe introdotto maggiori divieti contro le forze del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica dell’Iran (Irgc).

L’accordo, noto come Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa), pone dei limiti su alcune parti dei programmi nucleari iraniani in cambio della rimozione di tutte le sanzioni relative al nucleare. Tuttavia, Trump si è rifiutato di mantenere la sua posizione, contribuendo alla situazione economica.

di Giovanni Sorbello

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