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Iran, stop ai pellegrinaggi alla Mecca; l’Arabia Saudita mette a rischio la vita dei fedeli

di Redazione

L’Iran ha bloccato l’invio di pellegrini al pellegrinaggio dell’Hajj in Arabia Saudita. 

“Le condizioni non sono adatte per lo svolgimento dell’Hajj; abbiamo perso il tempo; abbiamo fatto il nostro massimo sforzo, ma il sabotaggio è venuta da parte dei sauditi”, ha dichiarato ieri il ministro della Cultura e della Guida Islamica Ali Jannati. Una delegazione iraniana ha tenuto lo scorso mese quattro giorni di colloqui in Arabia Saudita per cercare di trovare una soluzione, ma è stato tutto inutile.

L’Arabia Saudita ha interrotto i rapporti diplomatici con l’Iran il 3 gennaio scorso, in seguito all’assedio dell’ambasciata saudita a Teheran e Mashhad da parte di manifestanti iraniani che protestavano per la vile esecuzione del religioso sciita Nimr al-Nimr da parte del regime saudita.

Jannati ha riferito che i sauditi hanno anche maltrattato i delegati iraniani guidati dal presidente dell’Organizzazione iraniana del pellegrinaggio dell’Hajj, Saeid Ouhadi, sottoponendoli a impronte digitali e altre misure ostili. “Il loro atteggiamento era freddo e inappropriato. Essi non hanno accettato le nostre proposte per il rilascio dei visti, il trasporto e la sicurezza dei pellegrini”, ha aggiunto Jannati.

L’Iran ha insistito sul fatto che l’Arabia saudita rilasci i visti attraverso l’ambasciata svizzera a Teheran, che ha curato gli interessi sauditi in quanto Riyadh ha interrotto i legami nel mese di gennaio. Teheran è pronta a rilasciare rapidamente i visti per l’Arabia ed eseguire la procedura presso la missione diplomatica della svizzera o altrove a Teheran.

Funzionari sauditi hanno riferito che i pellegrini iraniani devono recarsi in un altro Paese per presentare le loro domande di visto. Un’altra questione controversa è quella della sicurezza, dopo la strage dello scorso anno in cui morirono più di 2.400 pellegrini stranieri, tra cui 464 iraniani. Il massacro venne provocato da un’improvvisa calca causata volontariamente dalle autorità saudite nei pressi del bivio di Mina, vicino alla Mecca, durante la cerimonia simbolica della lapidazione di Satana nella Jamarat.

Nella strage rimase ucciso in circostanze mai chiarite anche Ghazanfar Roknabadi, l’ex ambasciatore iraniano in Libano e importante membro dell’ufficio del leader supremo Ayatollah Ali Khamenei.

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