Cronaca

Sigonella, ponte aereo dall’Afghanistan

La base americana di Sigonella, sita in Sicilia a pochi chilometri da Catania, è stata indicata dal governo a stelle e strisce come uno dei luoghi adibiti all’arrivo dei voli provenienti da Kabul. Questi voli porteranno via dall’Afghanistan i richiedenti asilo politico negli Stati Uniti. Stando a quanto si legge dal tweet dell’account ufficiale della base il primo volo è arrivato il 22 di Agosto.

La base militare ha richiesto l’aiuto di volontari vista la mole di persone che si troverà ad accogliere. Oltre Sigonella, altri voli stanno arrivando a Fiumicino, nello scalo della capitale. 

Il 22 agosto alla Nas di Sigonella, in Sicilia, sono atterrati i primi profughi afghani nell’ambito dell’operazione “Allies Refulge”. Si attendono nuovi arrivi. Il gruppo iniziale di sfollati è arrivato a bordo di un KC-10 Extender della U.S. Air Force dalla base aerea di Al-Udeid nel Qatar. 

Sono partiti intanto altri due velivoli C-17 Globemaster III. L’operazione “Allies Refulge” è il piano del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per l’evacuazione sicura di cittadini statunitensi, dei richiedenti visto di immigrazione speciale e di altri afghani a rischio, nel modo più rapido e sicuro possibile. La Nas Sigonella sta fungendo da luogo di transito per gli sfollati prima del loro successivo spostamento verso altre località. 

Conosciuta come “Fulcro del Mediterraneo”, la posizione strategica della base di Sigonella, unica stazione aerea d’oltremare della Marina statunitense, consente alle forze degli Stati Uniti, degli alleati e delle nazioni partner di schierarsi ed essere pronta a rispondere per le tanti “missioni di pace”.

Il ruolo centrale di Sigonella

La base americana si è trovata molte volte, suo malgrado, al centro di molti eventi storici come la famosa “Notte di Sigonella” in cui si rischiò l’incidente diplomatico. La base siciliana venne utilizzata anche come rampa di lancio dei caccia francesi e americani che andavano a bombardare il suolo libico. 

L’Italia ancora una volta si mostra accondiscendente e silenziosa nell’accogliere le richieste dell’alleato storico. La telefonata tra Mario Draghi e Joe Biden ha sancito, semmai ve ne fosse stato il dubbio, la piena partecipazione dell’Italia alla collaborazione con il governo statunitense. L’ambasciata americana a Roma ha sottolineato come vi sia massima sintonia tra le due nazioni e non poteva essere diversamente visto l’assoggettamento storico dell’Italia nei confronti dell’America.

di Sebastiano Lo Monaco

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