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Iran sosterrà famiglie palestinesi uccisi durante proteste di Gaza

La Repubblica islamica dell’Iran ha annunciato che adotterà le famiglie dei palestinesi uccisi o feriti gravemente durante le proteste della “Grande Marcia del Ritorno“, lo ha riportato ieri l’agenzia Shehab News.

Iran-GazaIl membro del Comitato centrale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Hussein Mansour, ha dichiarato: “L’Iran adotterà le famiglie dei martiri e dei feriti caduti durante le proteste della Grande Marcia del Ritorno”. Altre fonti palestinesi hanno confermato la notizia che la Repubblica islamica pagherà uno stipendio mensile alle famiglie dei martiri e dei feriti gravi durante le manifestazioni di proteste lungo il confine della Striscia di Gaza. Inoltre, Teheran pagherà il trattamento sanitario dei pazienti gravemente feriti fino alla completa riabilitazione.

La Grande Marcia di Ritorno, organizzata dai palestinesi nella Striscia di Gaza, è iniziata il 30 marzo, nella commemorazione del Land Day che segna gli eventi del 30 marzo 1976, quando la polizia israeliana ha sparato e ucciso sei cittadini palestinesi mentre protestavano contro l’espropriazione di terre da parte del regime sionista.

Le proteste della Grande Marcia di Ritorno chiedono il riconoscimento del diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi, un diritto sancito dalla legge internazionale e la fine dell’assedio imposto alla Striscia di Gaza da Israele ed Egitto per oltre un decennio, che ha causato inaudite sofferenze ai palestinesi che vivono nell’enclave costiera. Più di 200 palestinesi sono stati uccisi dall’inizio delle proteste (30 marzo).

La denuncia della Croce Rossa Internazionale

L’alto funzionario del Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr), Robert Mardini, ha dichiarato che la stragrande maggioranza dei circa 15mila palestinesi feriti durante le manifestazioni della “Grande marcia del Ritorno” nell’enclave costiera assediata hanno subito gravi ferite, tra cui ferite multiple da arma da fuoco durante la repressione israeliana. Il funzionario Cicr ha aggiunto che gli operatori sanitari stanno lottando per far fronte alla grave emergenza.

di Giovanni Sorbello

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