Medio Oriente

Iran e la sconfitta del Grande Satana

Iran – Il 3 novembre 1979, il fondatore della Rivoluzione Islamica, l’Ayatollah Khomeini, pronunciò un discorso decisivo invitando il popolo iraniano, gli studenti e il clero a contrastare qualsiasi cospirazione degli Stati Uniti e del regime sionista contro la nuova Repubblica Islamica dell’Iran. Khomeini chiese al governo degli Stati Uniti di consegnare l’ex dittatore latitante, Reza Pahlavi, andato a New York alla fine di ottobre per un cosiddetto “regalo”.

Poiché lo Scià, Reza Pahlavi, aveva soppresso le manifestazioni pacifiche (1978-1979), saccheggiato la ricchezza nazionale, torturato e martirizzato molti musulmani iraniani, l’Imam Khomeini insistette sul fatto che doveva essere rimpatriato in Iran per affrontare il processo e la giustizia iraniana.

L’interferenza degli Stati Uniti negli affari interni dell’Iran, il suo rifiuto di consegnare il fuggitivo Shah e l’incontro di alcuni funzionari del governo ad interim con Zbigniew Brzezinski, il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Jimmy Carter (1 novembre 1978) accese la rabbia iraniana.

Iran, occupazione ambasciata Usa

A seguito di tutti gli avvenimenti e incidenti, un gruppo di studenti universitari musulmani iraniani decise di occupare l’ambasciata americana in via Taleghani a Teheran.

Il 4 novembre 1979, nel primo anniversario del massacro di 56 alunni iraniani da parte delle truppe dello Shah, e il giorno in cui l’Imam Khomeini fu esiliato in Turchia (4 novembre 1964) dall’oppressivo regime di Pahlavi, una folle enorme di iraniani si riunì all’Università di Teheran per denunciare le cospirazioni e le ingerenze statunitensi contro l’Iran.

Tra la gente comune, almeno 400 studenti musulmani iraniani conosciuti come Studenti musulmani della linea Imam Khomeini presero d’assalto l’ambasciata degli Stati Uniti.

Sebbene le guardie dell’ambasciata abbiano impedito agli studenti di entrare nell’edificio centrale, questi ultimi scavalcarono i cancelli entratando nell’edificio centrale in cui erano conservati tutti i documenti riservati degli americani.

Ambasciata Usa in Iran era un covo di spie

Il sequestro dell’ambasciata americana a Teheran portò alla presa come ostaggi di 66 agenti dell’ambasciata americana. Tra quei 66 americani, otto uomini e cinque donne, il cui spionaggio non era stato provato, fu ordinato il rilascio dall’ayatollah Khomeini il 19 novembre 1979. Gli altri furono rilasciati il 19 gennaio 1981, attraverso l’accordo algerino firmato dai governi iraniano e statunitense.

Dopo che gli studenti sequestrarono l’ambasciata, trovarono alcuni documenti che mostravano che l’ambasciata statunitense in Iran non era un centro per gli affari diplomatici, ma una copertura per lo spionaggio degli Stati Uniti contro la nuova Repubblica Islamica dell’Iran.

Il personale dell’ambasciata degli Stati Uniti aveva tentato di utilizzare i distruggidocumenti per eliminare i documenti di spionaggio statunitensi contro l’Iran, inclusi telegrammi, corrispondenza e rapporti dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e dalla Cia.

Tuttavia, il tempestivo arrivo degli studenti iraniani li ha resi in grado di ricostruire i documenti di spionaggio, pubblicati anni dopo in una serie di 77 volumi chiamata Documents from the US Espionage Den.

Imam Khomeini chiama gli Stati Uniti “Grande Satana”

Tenendo un discorso il 5 novembre, l’Imam Khomeini rilasciò una dichiarazione a pieno sostegno degli studenti iraniani, descrivendo la loro mossa coraggiosa come “la Seconda Rivoluzione”, che è stata più considerevole della prima.

Il leader della Repubblica Islamica dell’Iran definì gli Stati Uniti il “Grande Satana” e l’ambasciata occupata come covo di spionaggio degli Stati Uniti.

Ex ambasciata degli Stati Uniti a Teheran divenuta museo

Essendo aperto al pubblico e ai turisti stranieri, oggi il luogo è stato trasformato in un museo in cui sono esposti diversi documenti relativi a contatti riservati, apparati spia, strumenti di telecomunicazione avanzati americani, stanze segrete.

Ogni anno, il 4 novembre, noto come la Giornata dello studente in Iran e la Giornata nazionale della lotta contro l’arroganza globale, tutto il popolo iraniano, nonché gli studenti delle scuole e delle università di tutta la nazione, organizzano grandi manifestazioni nelle strade per esprimere la loro disapprovazione per le politiche statunitensi e anche per onorare coloro che hanno preso d’assalto l’ambasciata americana, catturato i suoi agenti e sequestrato documenti che rivelarono i complotti statunitensi per rovesciare l’establishment islamico in Iran.

In queste manifestazioni, il popolo iraniano esprime la sua obiezione all’arroganza globale e chiede a tutti i musulmani e alle nazioni oppresse di non soccombere al bullismo delle potenze arroganti.

di Yahya Sorbello

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