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Iran: scambi commerciali senza dollaro Usa

Il deputato iraniano ebraico, Siamak Moreh Sedgh, rappresentante degli ebrei iraniani al Parlamento, sottolinea la necessità della rimozione del dollaro americano dalle transazioni commerciali dell’Iran nel tentativo di porre fine al monopolio statunitense.

Lo stesso capo della Rivoluzione Islamica, Seyyed Ali Khamenei, durante il suo recente incontro con il presidente russo Putin, sottolineando l’importanza nella soluzione della crisi mediorientale della stretta collaborazione tra Mosca e Teheran, ha sostenuto l’eliminazione del dollaro: “Siamo in grado di contrastare le sanzioni statunitensi e isolare l’America rifiutando di utilizzare il dollaro e utilizzare invece le nostre valute nazionali in operazioni bilaterali e multilaterali finanziarie”.

Siamak Moreh Sedgh ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno imposto il dollaro americano nelle transazioni internazionali, scuotendo massicciamente i Paesi del mondo. Quando la Banca Centrale d’America ha annunciato la stabilità del dollaro contro l’oro del mondo, tutti i Paesi hanno utilizzato il dollaro Usa come valuta principale nelle operazioni internazionali.

Secondo gli economisti, oggettivamente il dollaro, come unica valuta degli scambi e delle riserve internazionali, ha concluso il suo ciclo storico. Bisogna prenderne atto. I maldestri tentativi da parte americana di salvare a tutti i costi il ruolo egemone del dollaro stanno spingendo molti Paesi a lavorare più alacremente per costruire un’alternativa monetaria multipolare.

Le destabilizzazioni finanziarie e le svalutazioni monetarie nei Paesi emergenti, provocate dalle politiche di liquidità “yo-yo” della Federal Reserve, hanno indotto alcuni governi a denunciare una “guerra monetaria” in corso. Le “cadute pilotate” dei prezzi del petrolio e dell’oro mirano a mettere in difficoltà soprattutto i Brics, la Russia e l’Iran. Contemporaneamente i prezzi di alcune materie prime vengono manipolati al rialzo con l’effetto di “gambizzare” le politiche industriali e di sviluppo dei Paesi emergenti e anche dell’Unione europea.

Anche se non lo volessero, da tempo molti Paesi sono stati costretti a immaginare e a proporre un nuovo sistema monetario. Cina, Russia, Giappone, Corea del Sud fanno scambi commerciali in yuan o in altre monete nazionali, avviandosi ad una futura politica di regolamento del commercio dove l’oro rappresenterà nuovamente una garanzia. Assisteremo ad una veloce liberazione dal dollaro come valuta di riserva? La Russia e la Cina continuano ad acquistare oro ampliando le proprie riserve nazionali del metallo prezioso, con l’obiettivo di essere indipendenti dalla valuta di riserva mondiale: il dollaro Usa.

In questa vera e propria guerra monetaria l’Iran sa bene che il comportamento imprevedibile e inaffidabile degli Stati Uniti, dei suoi statisti e dei politici, porti altri Paesi a non fidarsi del dollaro come valuta stabile perché il governo e le politiche statunitensi non sono stabili. Quando un cambiamento nella presidenza statunitense ha cambiato così profondamente il comportamento del Paese nella regione, è naturale che nessun saggio imprenditore si possa fidare dell’economia statunitense.

“Naturalmente, quando la moneta di un Paese straniero viene accettata come valuta standard in un altro Paese, avrà anche le sue influenze culturali. L’uso della moneta americana in una nazione certamente apre la strada alla cultura americana”, ha sottolineato il deputato iraniano ebraico Siamak Moreh Sedgh.

di Cristina Amoroso

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