Iran, risposta strategica all’aggressione israelo-americana

La massiccia aggressione israelo-americana contro l‘Iran non è stata sorprendente, soprattutto considerando il clamore mediatico che l’ha preceduta in Israele e in tutto il mondo. L’aggressione è iniziata all’alba del 13 giugno e ha preso di mira siti militari e nucleari a Teheran e in altre province. L’obiettivo dichiarato dell’aggressione era chiaro: assassinare leader militari, distruggere strutture e colpire il programma nucleare dall’interno. Ma ciò che è accaduto in realtà è stata una temporanea euforia seguita da una stasi emotiva in seguito alla forte e misurata risposta iraniana che ha colpito Tel Aviv e le città dell’entità occupata.
Siti presi di mira in Iran
L’aggressione, secondo la narrazione israeliana, ha preso di mira decine di obiettivi. Sono stati presi di mira l’impianto nucleare di Natanz e il sito di arricchimento dell’uranio di Ahmadi Roshan, oltre all’assassinio di alti funzionari, tra cui il Capo di Stato Maggiore, il Maggiore Generale Baqeri, e i comandanti delle Guardie Rivoluzionarie, guidati dal Maggiore Generale Hossein Salami, il comandante delle Forze Aerospaziali, il Generale di Brigata Hajizadeh, e diversi ufficiali al seguito. I media iraniani hanno confermato il martirio del Comandante Salami e degli scienziati nucleari Fereydoun Abbasi e Mehdi Tehranji, quest’ultimo preso di mira nel suo appartamento con la moglie e il figlio.
Inoltre, sono stati presi di mira anche l’impianto di Fordow e i siti missilistici terra-terra. L’aggressione ha coinciso con lo stato di emergenza dichiarato dall’entità occupante nella Palestina occupata, che ha chiesto ai suoi coloni di rimanere vicino ai rifugi antiaerei. L’aggressione è ancora in corso e ha preso di mira diverse regioni dell’Iran. Israele ha colpito anche edifici civili e non si è limitato alle installazioni militari. Il primo giorno dell’aggressione sono stati uccisi circa 70 civili, tra cui 20 bambini.
Dove ha fallito Israele?
Nonostante i vasti attacchi dell’entità, nessuno dei suoi obiettivi effettivi è stato raggiunto. Il programma nucleare non è stato paralizzato (è fortificato in montagna e nel sottosuolo), e l’apparato militare non è stato colto di sorpresa e disperso come previsto. Anzi, l’attacco, nonostante la sua gravità, ha dimostrato l’elevato livello di preparazione iraniana.
Le difese aeree iraniane hanno intercettato missili e abbattuto numerosi droni che stavano per colpire siti, come quello avvenuto nella città di Khorramabad, nell’Iran occidentale. Anche diversi caccia F-35 israeliani sono stati abbattuti e alcuni piloti sono stati catturati, secondo le agenzie di stampa iraniane.
Le strutture vitali sono state protette e fortificate e sono state adottate misure precauzionali. L’Organizzazione per l’Energia Atomica dell’Iran ha annunciato la rimozione delle attrezzature sensibili dall’impianto di Fordow prima dell’attacco militare, una mossa preventiva che conferma che Teheran era preparata e pronta.
La destabilizzazione interna in Iran, auspicata da Tel Aviv e Washington, non si è verificata. La rapida e precisa risposta iraniana, che ha preso di mira il cuore di Tel Aviv subito dopo l’attacco, ha rimodellato l’equilibrio della deterrenza. A livello di posizioni, si sono svolte manifestazioni a sostegno della Repubblica Islamica in diverse province, ed è emerso un allineamento popolare a sostegno della posizione dell’Iran.
Come ha risposto l’Iran?
L’Iran non ha solo lanciato una risposta missilistica, ma anche una risposta politica e di sicurezza completa:
- Ha lanciato attacchi precisi contro l’entità occupante, ridefinendo le regole di ingaggio. Ha preso di mira Tel Aviv e ha causato massicce distruzioni.
La sua leadership ha annunciato che la risposta non sarebbe stata una finta, ma piuttosto un’escalation se l’aggressione fosse continuata. Ha inoltre minacciato di attaccare le sue infrastrutture se fossero state attaccate. In questo contesto, osserviamo che l’Iran era in possesso di documenti di intelligence su siti israeliani sensibili, inclusi impianti e reattori nucleari, e li avrebbe presi di mira al momento opportuno.
La portavoce del governo iraniano Fatemeh Mohajerani ha annunciato la formazione di quattro comitati:
- Comitato per la sicurezza dei cittadini, che sarà responsabile di prendere decisioni relative agli affari amministrativi del Paese.
- Il Comitato per le infrastrutture, che prende decisioni sui trasporti, sui porti, sulla sicurezza aerea, sull’energia e questioni simili.
- Formazione di un comitato economico e divisione del lavoro per neutralizzare gli effetti dell’aggressione dell’entità sionista.
- Un comitato media che lavori con accuratezza, correttezza e rapidità nell’informare e rispondere alla gente.
Messaggi
Il martirio di scienziati nucleari iraniani non fermerà il programma nucleare. Erano a conoscenza della lista dei loro assassini, ed è per questo che il programma nucleare è stato trasferito alla prossima generazione di scienziati, migliaia di giovani specializzati in scienze nucleari e fisica. Lo scienziato assassinato Fereydoun Abbasi una volta disse: “Abbiamo adempiuto al nostro dovere e il programma è ora nelle mani dei giovani che continueranno su questa strada”.
Il martirio dei comandanti dell’Irgc non paralizza l’istituzione, ma anzi la rafforza. La migliore prova di ciò sono le rapide decisioni di nominare successori dei martiri, come il Maggior Generale Ali Shadmani e il Maggior Generale Mousavi, a posizioni di rilievo, sotto gli ordini diretti dell’Ayatollah Ali Khamenei.
La risposta iniziale, che includeva sei ondate di missili, è stata solo l’inizio. L’esercito iraniano ha annunciato: “Il nostro prossimo lancio includerà 2mila missili”.
Israele, a conferma della sua natura, ha assassinato individui, ma non è riuscito a colpire le infrastrutture sensibili. I missili hanno raggiunto Tel Aviv e i messaggi sono arrivati ben oltre. Teheran ha detto quello che aveva da dire: la risposta è in corso e in intensificazione, la deterrenza è in corso e le vie d’accesso non si fermeranno. Chiunque creda che il programma nucleare possa essere distrutto bombardandolo dall’alto è un illuso e non ha ancora capito l’Iran o come viene gestito il confronto.
di Redazione