Iran ricorda assalto all’ambasciata Usa
Iran – Il 4 Novembre 1979, gli studenti di ingegneria di quattro università dalla capitale iraniana Teheran, diedero inizio a quella che sarà “la conquista” dell’ambasciata Usa. Subito dopo i media del mondo “civile” iniziarono a parlare di “ostaggi”, di questione umanitaria. Gli Stati Uniti di Carter reagirono con sdegno a questo “barbaro” atto, che fu visto come un oltraggio ai secolari principi del diritto internazionale.
Gli studenti rivoluzionari iraniani avevano capito e compreso ciò che dopo oltre quattro decenni il mondo intero ha compreso grazie ad un atto di coraggio dell’ex collaboratore della Cia, Edward Snowden. Il mondo intero solo oggi sta apprendendo che le ambasciate statunitensi nel mondo sono servite come centri di spionaggio, e non certo solo nei Paesi ostili. È stata spiata la Cina come l’Italia, la Russia come la Spagna.
Alla luce di queste verità affiorate, come non dare la ragione a quegli studenti che sequestrarono le spie americane a Teheran? Avevano o no il diritto di salvaguardare la loro nazione? Ma soprattutto, chi era che violava le leggi internazionali?
Solo adesso si può comprendere perché l’Imam Khomeini, dopo la conquista della tana di spionaggio americana a Teheran, disse che: “Questa è una seconda Rivoluzione, ancor più importante della prima”, definendola quindi più preziosa di quella vittoria che aveva portato alla fuga dello Shà. 44 anni dopo questo eroico evento, il mondo può comprendere che gli americani non sono alla ricerca di “alleati” o “amici”, ma solo vassalli da sfruttare.
Da 44 anni, il 4 Novembre il popolo iraniano festeggia “la giornata nazionale della lotta all’imperialismo”. Ogni anno, il 13° giorno del mese iraniano di Aban, la nazione iraniana, in particolare gli studenti, organizzano manifestazioni in tutto l’Iran per celebrare la giornata.
di Redazione