Iran, revisionato cacciatorpediniere Damavand
L’ammiraglio Hossein Khanzadi, comandante della Marina iraniana, ha annunciato che il cacciatorpediniere Damavand, che è stato sottoposto a revisione negli ultimi 18 mesi, ora gode di molte nuove funzionalità e sarà presto dotato di celle missilistiche con sistema di lancio verticale (Vls). “Quest’anno celebreremo il cacciatorpediniere Damavand che si unirà alla flotta settentrionale della Marina”, ha dichiarato il contrammiraglio Khanzadi.
“Attualmente stiamo lavorando per equipaggiare il cacciatorpediniere Damavand con le celle missilistiche Vls”, ha aggiunto il comandante. Nel corso degli ultimi 18 mesi di revisione, il cacciatorpediniere è stato completamente riammodernato con tutti i bug dell’edizione precedente risolti e con l’aggiunta di nuove funzionalità. Il cacciatorpediniere di Damavand è stato equipaggiato con avanzati sistemi radar con radar a lungo raggio per rilevare obiettivi su lunghe distanze, ha sottolineato il comandante. Khanzadi ha aggiunto che lo stesso processo di revisione e il miglioramento delle caratteristiche delle navi è in corso nella flotta settentrionale della marina.
Nei prossimi mesi altre unità si uniranno alla marina iraniana, tra un nuovo dragamine che può anche posizionare mine sia in superficie che sott’acqua. Il comandante della Marina ha espresso la speranza che il corpo militare possa svelare un hovercraft nazionale al 100% il prossimo 28 novembre, nella Giornata Nazionale della Marina iraniana.
Il cacciatorpediniere di Damavand ha avuto un incidente nel Mar Caspio nel gennaio 2018 dopo aver subito danni durante il maltempo del porto di Anzali, nel nord dell’Iran.
Nel novembre 2018, Khanzadi ha sottolineato che gli esperti militari del Paese hanno ridotto il tempo necessario per la produzione di cacciatorpediniere a meno di due anni. “Oggi godiamo della capacità di costruire cacciatorpediniere in un periodo inferiore ai due anni e stiamo facendo sforzi per ridurla a meno di un anno”, ha aggiunto il contrammiraglio Khanzadi nel corso di un’intervista rilasciata la scorsa settimana alla televisione in lingua araba al-Alam.
di Giovanni Sorbello