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Colombia: aperte trattative di pace fra Eln e Governo

In Colombia, il Governo e l’Ejercito de Liberacion Nacional (Eln) hanno annunciato che il 27 ottobre apriranno a Quito le trattative di pace. L’Eln è la seconda guerriglia colombiana; nata contemporaneamente alle Farc, ma assai più debole (conta al momento meno di 2.500 guerriglieri) e come esse diffusa essenzialmente in remote aree rurali, ha visto col tempo contrarsi la sua area d’influenza riducendo la sua lotta armata ad uno stillicidio sanguinoso, che tuttavia impedisce la pace e la normalizzazione in considerevoli aree della Colombia.

ElnIn realtà, la prima fase dei negoziati si è già svolta in maniera discreta in Venezuela; adesso le trattative continueranno in Ecuador, Brasile, Cuba, Cile e Norvegia, tutti, insieme al Venezuela, garanti dei colloqui di pace.

Per il presidente venezuelano Maduro, i difficili negoziati sono stati un’occasione per rompere l’asfissiante pressione internazionale di cui è oggetto; la stessa Colombia, con cui in passato ci sono state diverse occasioni d’attrito, potrà criticare assai meno il Governo di Caracas, visto il suo rilevante impegno per l’apertura di un dialogo con l’Eln.

Per la Colombia è un’occasione per raggiungere la completa pacificazione ma, come ha dimostrato la recente bocciatura nel referendum sul trattato di pace con le Farc, il nodo sarà superare la diffusa disaffezione verso il presidente colombiano Santos, e soprattutto raggiungere un’intesa che non venga percepita dall’elettorato come troppo generosa verso la guerriglia.

In merito alle trattative di pace con le Farc, che adesso riprenderanno per definire un nuovo accordo accettato da tutte le parti politiche colombiane, l’ex presidente Uribe, che cavalcando il no al referendum ha ottenuto una vittoria politica che lo ha riportato al centro della scena politica, ha presentato le sue proposte di modifica all’accordo fra Stato e guerriglia.

I punti su cui pretende che s’intervenga riguardano i meccanismi d’impunità per gli ex combattenti e la rappresentanza parlamentare garantita alle Farc per due legislature; i due punti cardine e più delicati, su cui i negoziatori hanno a lungo dibattuto per trovare un difficile equilibrio.

In Colombia, senza una reale volontà di giungere ad un accordo da tutte le parti (ed è difficile che ci sia in Uribe, che sullo scontro frontale ha basato la sua sopravvivenza politica, e che per le sue posizioni gode dell’appoggio degli ambienti più conservatori e di diversi referenti internazionali), è assai arduo che la trattativa giunga in porto.

Nella malaugurata ipotesi d’un fallimento, esso non solo ridarebbe inevitabilmente la parola alle armi, ma ricadrebbe anche sulla trattativa con l’Eln, facendola fallire sul nascere.

di Salvo Ardizzone

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