Iran non abbandonerà deterrente missilistico
Iran – Continua a far discutere la questione sollevata dall’Occidente sul legittimo programma missilistico iraniano. A tal Proposito, il Tenente Comandante del Corpo di Guardia del Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica (Irgc), Hossein Salami, ha descritto i missili avanzati dell’Iran come “beni di difesa” e ha affermato che il Paese non accetterà l’abbandono del programma missilistico.
Parlando ai giornalisti a margine di una cerimonia svoltasi la scorsa settimana a Teheran per celebrare la Giornata nazionale del Golfo Persico, il generale di brigata Salami ha respinto le rivendicazioni di alcuni Paesi contro il programma missilistico iraniano e ha affermato che tutte le attività della Repubblica islamica rientrano nel quadro del diritto internazionale.
“Mentre i nostri nemici ci stanno minacciando, vogliono che ci disarmiamo. La richiesta è immorale, irrazionale e ambiziosa. I missili sono il nostro patrimonio difensivo e gli elementi principali del nostro potere deterrente e non possiamo mai accettare di disarmarci…”, ha sottolineato il comandante iraniano.
Le osservazioni sono arrivate quando il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump hanno recentemente dichiarato di voler puntare a un nuovo accordo per frenare il programma iraniano di missili balistici che andrebbe a funzionare a fianco dell’attuale patto nucleare internazionale noto come Piano d’azione globale congiunto (Jcpoa) .
La legittima Difesa di un Paese sovrano
L’Iran ha ripetutamente sottolineato che la prova dei missili è una questione relativa alla Difesa della sua integrità territoriale e non ha nulla a che fare con l’accordo nucleare del 2015. Trump a gennaio ha fissato un termine di 120 giorni per i legislatori e gli alleati europei per “aggiustare” il Jcpoa o affrontare un’uscita americana dal principale risultato della politica estera del suo predecessore Barack Obama. Scelta che Trump ha compiuto pochi giorni fa.
Da quando lo storico accordo è stato firmato da Teheran e dal Gruppo 5+1 (Russia, Cina, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania) a Vienna nel luglio 2015, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha ripetutamente confermato la conformità della Repubblica islamica con gli impegni assunti nell’ambito del Jcpoa, ma altri Paesi, in particolare gli Stati Uniti, non hanno rispettato i loro impegni.
di Giovanni Sorbello