Iran, modello di successo per attività sociali delle donne
Il ruolo delle donne nella società iraniana è stato da sempre strumento di propaganda utilizzato faziosamente dall’Occidente per attaccare e screditare l’Iran. Su questo argomento riportiamo le dichiarazioni di Masoumeh Ebtekar, vice presidente iraniano per gli Affari delle Donne e della Famiglia, che descrive la Repubblica islamica dell’Iran come un modello di successo per il ruolo delle donne nella sfera sociale, preservando nel contempo i valori religiosi e morali nel mondo.
Masoumeh Ebtekar ha dichiarato ai giornalisti a margine della cerimonia di apertura del primo corso di studi sulle donne presso la Qom Religions and Denominations University che le donne iraniane, pur preservando i valori religiosi, hanno compiuto passi importanti in molti campi sociali e ottenuto un grande successo.
“I risultati, le basi teoriche e le politiche della Repubblica islamica sul ruolo delle donne nella società, preservando i valori religiosi e morali dovrebbero essere spiegati in arene internazionali”, ha aggiunto Ebtekar. “Il discorso, le sfide e le problematiche delle donne che stanno affrontando ora sono tra le questioni più importanti in tutte le comunità che dovrebbero essere ulteriormente affrontate”, ha affermato, apprezzando le misure adottate dalla Qom Religions and Denominations University per aprire la strada al dialogo tra le diverse religioni.
Riferendosi all’empowerment delle donne come uno degli aspetti dello sviluppo della Repubblica islamica dell’Iran, ha osservato: “Le donne hanno una forte presenza nei vari campi dell’istruzione, della salute, dell’istruzione superiore, dello sport, della partecipazione politica e sociale nel Paese”.
Il vicepresidente iraniano per le donne e gli affari familiari ha affermato che questi progressi e risultati non significano che non ci siano sfide e che tutte le richieste dei giovani siano state soddisfatte.
Masoumeh Ebtekar ha aggiunto: “Dovremmo cercare di affrontare gli attuali ostacoli e problemi attraverso politiche adeguate e la partecipazione delle donne”.
di Giovanni Sorbello