Iran, Mko ammette coinvolgimento nelle proteste
L’Organizzazione terroristica Mko (Mojahedin-e-Khalq) ha ammesso di aver giocato un ruolo chiave nelle violente proteste anti-governative dei giorni scorsi in Iran.
I seguaci dell’Mko hanno collaborato con i manifestanti e coordinato le proteste, ha dichiarato ieri all’Afp a Parigi la leader dell’organizzazione, Maryam Rajavi, esortando l’unità tra coloro che sono decisi a rovesciare il leader della Rivoluzione Islamica iraniana Ayatollah Seyyed Ali Khamenei. “È un appello alla solidarietà tra tutti coloro che respingono la regola del capo supremo, il Velayat e-Faqih. Quello che chiamiamo il ‘movimento verde’ contro la frode elettorale è rapidamente scomparso per essere sostituito da un movimento più profondo il cui obiettivo è il rovesciamento totale del regime”, ha affermato la Rajavi.
La leader dell’Mko ha anche previsto che il governo dell’Iran cadrà entro 12 mesi se le potenze straniere restano neutrali. I suoi commenti sono arrivati dopo le proteste in Iran durante le cerimonie sciite di Shia in Ashura – l’anniversario del martirio del nipote del Profeta Muhammad, Imam Hussein.
Secondo i rapporti della polizia, almeno 10 persone sono state uccise negli scontri scoppiati tra le forze di sicurezza e i manifestanti durante i disordini.
L’Mko, elencato come gruppo terroristico in Iran, Iraq, Canada e Stati Uniti, ha rivendicato la responsabilità di numerosi attacchi mortali contro funzionari e civili del governo iraniano negli ultimi 30 anni. Gli attacchi includono l’assassinio del defunto presidente Mohammad-Ali Rajaei, il primo ministro Mohammad-Javad Bahonar e il capo della magistratura Ayatollah Mohammad Beheshti.
L’Mko è anche noto per aver collaborato con l’ex dittatore iracheno Saddam Hossein nel sopprimere le insurrezioni del 1991 nel sud dell’Iraq e il massacro dei curdi iracheni. L’organizzazione è anche nota per l’utilizzo di tattiche di tipo “cult” contro i propri membri, tattiche che includono torture e omicidi di disertori.
di Redazione