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Iran invita Onu a promuove la cultura della pace

Che l’odio abbia causato un sacco di problemi in questo mondo è un dato di fatto, come pure è un dato di fatto che l’odio non abbia ancora risolto un solo problema. Il razzismo, la xenofobia, l’intolleranza, e altre manifestazioni di odio muovono molti dei conflitti di oggi, motivano l’estremismo violento, e ispirano gli atti di terrorismo. Troppo spesso l’odio viene utilizzato come strumento dai leader che cercano, per i propri guadagni, per sfruttare l’insicurezza delle persone, la disunione delle società e le ingiustizie del nostro mondo. In questa ottica con l’Agenda 14 si è riunita il 15 dicembre l’Assemblea delle Nazioni Unite per promuovere la Cultura della pace.

Mideast BahrainMentre l’Assemblea generale disserta sui più svariati argomenti, dalla cultura della pace al disarmo, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con i suoi cinque membri effettivi, che sono anche i principali Paesi trafficanti di armi nel mondo, sono stati già giudicati dalla storia per l’inefficienza della burocrazia al limite del criminale, a testimonianza molte voci, dal milione di morti in Ruanda al massacro di Srebrenica. Dal momento che le guerre cominciano nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che bisogna costruire le difese della pace.

In tal modo il terrorismo non sarà più in grado di resistere alla volontà del popolo e la pace finalmente prevarrà. Ecco perché l’Ambasciatore dell’Iran e Rappresentante Permanente delle Nazioni Unite, Gholamali Khoshrou, ha chiesto alle Nazioni Unite di dare priorità alla Cultura della pace, come uno dei suoi compiti principali. Il suo discorso all’Assemblea è stato articolato in vari punti concreti e puntuali. La Cultura della pace per urgenza e rilevanza non è seconda a nessun altro problema.

Le minacce alla pace

La pace è un bene prezioso ma fragile. Una vasta gamma di minacce, tra cui l’occupazione, l’aggressione, il terrorismo, la xenofobia, l’islamofobia, l’intolleranza, l’ingiustizia, le armi di distruzione di massa, armi soprattutto nucleari, la povertà, la disuguaglianza, il sottosviluppo e il non-sviluppo, l’acqua e le risorse e i cambiamenti climatici possono rappresentare gravi minacce alla pace, ciascuna in modi diversi e a diversi livelli. Quello che sta accadendo oggi in molte parti del mondo, dal territorio palestinese occupato, allo Yemen, alla Siria, all’Iraq al di là di tutto riflette il nostro fallimento verso un mondo più pacifico.

I valori della Cultura della pace

Al centro della cultura della pace è la speranza per il futuro comune dell’umanità, e la solidarietà. Il mondo ha bisogno in questo momento di un rinnovato impegno da parte di tutti per la pace. Le
tragedie umane del secolo scorso ci hanno insegnato molte lezioni sulla importanza della diversità, della tolleranza, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la moderazione, il dialogo tra le culture e la convivenza. Abbiamo bisogno di andare avanti e di mettere di nuovo al centro questi valori fondamentali.

Gholamali Khoshrou ha poi fatto un accenno alla violenza dei gruppi terroristici della regione che, per quanto brutali e spietati, “non hanno alcuna speranza contro la determinazione dei popoli”. Di qui la necessità di diffondere la cultura della pace “solo attraverso il piantare i semi della saggezza, della compassione, del dialogo e del rispetto dell’altro nella mente di tutti gli individui”.

Per vedere la pace, è indispensabile rinunciare alla mentalità di intervento, così come all’egemonia culturale e militare nel mondo. Se vogliamo una pace vera e propria, una volta per tutte, i centri di potere devono riconoscere che non esiste una soluzione militare possibile per i complicati problemi del mondo. Un invito alle nazioni amanti della pace ha poi concluso il discorso del Rappresentante iraniano alle Nazioni Unite.

“E’ indispensabile, quindi, fare della pace duratura una realtà. A tal fine, la Repubblica islamica dell’Iran, come il principale fautore del concetto di “Un mondo contro la violenza e l’estremismo”, invita ancora una volta tutte le nazioni amanti della pace ad unire le forze per la causa della pace”.

di Cristina Amoroso

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