Iran: inviati aiuti umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza
La Mezzaluna Rossa Iraniana (Ircs) ha inviato convogli di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, al fine di alleviare le sofferenze della popolazione palestinese duramente colpita dall’ultima offensiva israeliana contro l’enclave costiera. Durante una conferenza stampa a Teheran, Shahabeddin Mohammadi-Araqi, delegato per gli Affari Internazionali e Umanitari dell’Ircs, ha dichiarato che la società ha inviato beni di prima necessità tra cui farmaci, coperte, cibo e tende per un valore di 890mila dollari. “Per alleviare i disagi alla popolazione di Gaza nella prima fase del nostro piano abbiamo raccolto 3,6 milioni di dollari con donazioni di privati e successivamente abbiamo inviato i nostri rappresentanti a negoziare con la Mezzaluna Rossa Palestinese e Egiziana con sede a Il Cairo, nell’intento di ottimizzare gli sforzi, valutare la situazione e prendere le adeguate misure di coordinamento a Gaza” ha dichiarato Shahabeddin Mohammadi-Araqi.
Va ricordato che prima dell’offensiva israeliana “Protective Edge” contro la Striscia di Gaza, la popolazione era già drammaticamente provata da un assedio illegale e criminale che dura ormai da quasi 8 anni, stringe l’enclave costiera in una morsa e obbliga i gazawi a vivere di aiuti umanitari. Il blocco navale, aereo e terrestre imposto sulla Striscia di Gaza da parte del regime di Tel Aviv, unitamente alla continua distruzione dei tunnel di sopravvivenza, attraverso i quali passa la maggior parte delle merci e dei generi di prima necessità che, al contrario, entrano col contagocce dai valichi di frontiera, hanno progressivamente impoverito gli abitanti della Striscia di Gaza.
Il governo israeliano nega a circa un milione e settecentomila persone i diritti fondamentali: la libertà di movimento, un posto di lavoro, un’istruzione valida e un’adeguata assistenza sanitaria. A tal proposito, giovedì 16 ottobre il Primo Ministro Rami Hamdallah, rivolgendosi a una delegazione del Fondo Monetario Internazionale, ha dichiarato che il processo di trasferimento dei fondi dei donatori per Gaza dovrà essere trasparente e, tuttavia, nessuna ricostruzione potrà avere luogo se non verrà rimosso il blocco israeliano sull’enclave costiera.