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Striscia di Gaza sull’orlo del collasso

Le condizioni umanitarie in cui versano gli abitanti della Striscia di Gaza sono prossime al collasso. Bisogna agire prima che si verifichi l’ennesima catastrofe umanitaria perché Gaza sta esalando i suoi ultimi respiri.

Palestinian refugees collect aid parcels at a United Nations food distribution centre in Rafah in the southern Gaza Strip on January 21, 2018. (AFP)

I palestinesi costretti a vivere nell’enclave di Gaza sono disperati e si sentono come se fossero già morti. Ogni giorno la loro speranza di un minimo miglioramento è messa a dura prova, una prova lunga che li costringe a sopportare sofferenze e condizioni di vita disumane.

La maggior parte delle famiglie di Gaza vive sotto la soglia di povertà e il 40 per cento dei bambini soffrono di anemia e malnutrizione, mentre l’attuale livello di disoccupazione ha raggiunto il 63 per cento tra i giovani ed è il più alto del mondo. Questo non fa che aumentare la disperazione anche tra i più giovani che non vedono una fine alla loro sofferenza.

Inoltre il 97 per cento dell’acqua potabile di Gaza è contaminata e inadatta al consumo umano a causa dell’inquinamento da acque reflue non trattate e da un alto livello di salinità. Anche i liquami grezzi si stanno riversando sulle spiagge e nelle poche zone di pesca.

La situazione sanitaria della Striscia di Gaza

Gaza è al limite del disastro. La situazione potrebbe precipitare già entro i prossimi dieci giorni a causa della crisi energetica. Anche il sistema sanitario è sull’orlo del collasso a causa della grave mancanza di elettricità e carburante.

A Palestinian woman feeds her daughter as they sit by a fire on a rainy day in Khan Younis in the southern Gaza Strip January 19, 2018. Reuters

Il ministero della Sanità palestinese si è recato nella Striscia di Gaza per cercare una soluzione alla continua mancanza di elettricità e carburante. Nel frattempo il Shifa Hospital, il più grande complesso medico nella Striscia di Gaza, ha annunciato la sospensione di tutti gli interventi chirurgici, a eccezione dei casi di emergenza, a causa di uno sciopero dei dipendenti per gli stipendi non pagati.

Il coordinatore umanitario dell’Opt e funzionario delle Nazioni Unite, Roberto Valent ha dichiarato che “gli ospedali di Gaza hanno già iniziato a chiudere”. “Senza finanziamenti la situazione si deteriorerà drammaticamente, con potenziali impatti sull’intera popolazione. Non possiamo permettere che ciò accada”, ha concluso Valent.

I pazienti degli ospedali non hanno l’autorizzazione, da parte dello Stato di Israele, per attraversare il valico di Erez. La maggior parte delle richieste di casi umanitari, dall’inizio del blocco israeliano nel 2007, è stata infatti rifiutata. Anche l’Egitto sta attivamente contribuendo ad aggravare l’assedio chiudendo ripetutamente il valico di Rafah. Durante tutto il 2017, il valico di frontiera di Rafah è stato aperto solo per 21 giorni in totale.

La Striscia di Gaza rappresenta l’ingiustizia e la violazione dei diritti umani nel mondo contemporaneo, con due milioni di abitanti costretti a vivere isolati tra le mura di un asfissiante blocco politico e militare da più di un decennio.

di Ramy Balawi

Traduzione a cura di Irene Masala

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