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Sudan: Arabia Saudita ed Emirati promettono tre miliardi alla nuova giunta

L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato un pacchetto congiunto di aiuti del valore di tre miliardi di dollari per il Sudan, dove i leader militari hanno preso il potere estromettendo l’ex presidente Omar al-Bashir.

SudanI due Paesi arabi del Golfo Persico hanno affermato in una dichiarazione diffusa dalle loro agenzie di stampa statali di depositare circa 500 milioni di dollari nella banca centrale del Sudan. L’agenzia stampa saudita ha affermato che l’aiuto è destinato a rafforzare la posizione finanziaria del Sudan, alleviare la pressione sulla sterlina sudanese e ad aumentare la stabilità del tasso di cambio.

Tuttavia, il pacchetto viene visto come un tentativo di sostenere i governanti militari sudanesi che stanno affrontando una crescente pressione da parte dei manifestanti per cedere il potere a un governo civile. I manifestanti, che sono rimasti accampati vicino al ministero della Difesa a Khartoum da quando Bashir è stato estromesso l’11 aprile, hanno manifestato in gran numero negli ultimi giorni, pressando per una rapida transizione verso un governo civile.

Sia l’Arabia Saudita che gli Emirati Arabi Uniti hanno corteggiato Abdel Fattah al-Burhan, che ha prestato giuramento come capo della giunta di governo, il Transitional Military Council (Tmc). Burhan ha dichiarato che il consiglio militare si è impegnato a trasferire il potere a un corpo civile, ma i manifestanti sono frustrati dal fatto che la giunta non sta mantenendo la sua promessa. Una coalizione di manifestanti e gruppi di opposizione ha riferito che il Tmc non è seriamente intenzionato a consegnare il potere ai civili, descrivendo il consiglio come una “estensione del vecchio regime”.

L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno legami con Burhan e il suo vice, Mohamed Hamdan Dagalo, attraverso la loro partecipazione alla lunga guerra del regno contro lo Yemen. I due Paesi hanno espresso sostegno per le misure adottate dal Consiglio militare di transizione dopo la cacciata di Bashir. La settimana scorsa, Burhan ha elogiato le distinte relazioni tra il Sudan e l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale Suna.

Relazioni con Israele segnano la fine di Bashir

Burhan ha incontrato una delegazione congiunta di Riyadh e Abu Dhabi la settimana scorsa e ha ricevuto un messaggio verbale dai loro leader. Gli analisti avvertono che sia Riyadh che Abu Dhabi stanno cercando di influenzare il processo di transizione sostenendo il consiglio militare. L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti avevano coltivato stretti legami con Bashir prima della sua estromissione, esortandolo a stringere relazioni con Israele.

Tuttavia, poiché la posizione di Bashir divenne precaria, il capo del Mossad si incontrò con il suo omologo sudanese in Germania come parte di un piano segreto dell’Arabia Saudita, dell’Egitto e degli Emirati Arabi Uniti per cacciarlo, riporta il Middle East Eye di Londra. A gennaio, Bashir ha lamentato pressioni per normalizzare i legami con Israele al fine di garantire la stabilità nel suo Paese, ma ha visto la spirale della situazione sfuggire di mano.

Il Sudan, sotto Bashir, aveva stretti rapporti con l’Arabia Saudita dopo aver rinunciato ai legami con l’Iran. Di fronte a mesi di proteste in tutto il Sudan, Bashir ha cercato di fare marcia indietro su alcune delle sue politiche, licenziando alcuni dei suoi più stretti collaboratori, ma quelle misure lo hanno reso ancora più debole e alla fine è stato rovesciato l’11 aprile.

di Giovanni Sorbello

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