Iran in prima linea contro il traffico di esseri umani
“Teheran è decisa a prendere tutte le misure necessarie per far fronte all’orribile crimine del traffico di esseri umani”, è quanto ha dichiarato lo sheikh iraniano Al-Habib lo scorso giovedì, nel corso dell’Assemblea Generale dell’Onu a New York.
L’Iran ha presentato una relazione in occasione del vertice della Nazioni Unite per la valutazione del piano globale di azione, invitando la comunità internazionale ad agire congiuntamente e con maggiori sforzi per combattere il traffico di migranti.
Nel testo si legge che la Repubblica Islamica si impegna a prevenire e combattere qualsiasi forma di crimine connesso al traffico di uomini e ribadisce con forza l’intenzione di intervenire con tutte le misure necessarie per contrastare questo crimine inumano.
Durante il suo intervento Al-Habib ha anche sottolineato che il Parlamento iraniano ha di recente modificato una legge del 2004, atta appunto a contrastare tale fenomeno, per riempirne le lacune e rafforzare il regime giuridico interno.
“Nella lotta giuridica contro il traffico di esseri umani, è essenziale affrontare tutte le cause interconnesse che rendono le persone vulnerabili alla tratta”, ha dichiarato Al-Habib riferendosi ai milioni di uomini, donne, ragazzi caduti nella trappola del sogno migratorio a causa della povertà e della disoccupazione che attanaglia i loro Paesi. Vulnerabilità aggravata da ingerenze militari e conflitti armati.
L’interventismo e le politiche istituzionali, soprattutto in Africa e in Medio Oriente, hanno spianato la strada ai trafficanti, alimentando il proliferare di reti criminali che hanno dato il via ad un vero e proprio mercato di esseri umani di proporzioni impressionanti e che frutta somme di denaro di portata inimmaginabile.
Come per le bestie da allevamento, la tratta di esseri umani segue il principio economico della domanda e dell’offerta. Una vergognosa mercificazione che non troverà mai fine, sino a quando esisteranno richieste di uomini e donne per il lavoro forzato, lo sfruttamento della prostituzione ed il traffico di organi.
Al-Habib ha infine puntato il dito contro quei governi la cui rovinosa politica estera ha lasciato interi popoli in balia di tratta e sfruttamento, asserendo che questi dovrebbero essere privati della propria autorità e banditi da ogni qualsivoglia rapporto diplomatico.
di Mafalda Insigne