Iran, cittadino iraniano spia al servizio della Gran Bretagna
Prima che in Italia scoppi l’ennesima falsa, faziosa e ipocrita campagna di propaganda contro la Repubblica Islamica dell’Iran, vi diamo notizia dell’arresto e della condanna di un cittadino iraniano colpevole del reato di spionaggio per conto della Gran Bretagna.
La magistratura iraniana ha condannato un cittadino iraniano a 10 anni di carcere per spionaggio per conto della Gran Bretagna. Il portavoce della magistratura Gholam Hossein Esmaili ha dichiarato oggi che il detenuto è stato responsabile del “desk Iran” al British Council.
Il funzionario iranian0 ha riferito che il detenuto, arrestato dalle organizzazioni di intelligence e sicurezza iraniana, aveva collaborato con il servizio di spionaggio britannico e aveva il compito di progettare, gestire e pianificare progetti di infiltrazione culturale in Iran.
Il portavoce ha aggiunto che il detenuto ha confessato sul processo di reclutamento e collaborazione con il cosiddetto consiglio culturale del Regno Unito, i corsi di formazione ricevuti dal servizio segreto del Regno Unito e le sue missioni per realizzare progetti culturali nel Paese. Dopo la sua confessione, un tribunale ha condannato l’individuo a 10 anni di carcere, ha aggiunto Esmaili.
Crediamo sia doveroso per un Paese come l’Iran, da oltre 40 anni sotto regime di sanzioni e vittima di aggressioni militari, attentati, tentativi di colpo di stato e ingerenze varie, difendersi e attuare tutte quelle misure a difesa della nazione e del popolo iraniano.
Di certo, questo ennesimo episodio conferma l’inaffidabilità dell’Occidente nei confronti dell’Iran e mette sempre più in discussione la scelta fatta qualche anno fa dall’attuale governo iraniano di riaprire l’ambasciata e le relazioni diplomatiche con il regime inglese.
La Gran Bretagna è stata da sempre tra i protagonisti assoluti delle aggressioni e dei crimini commessi contro il popolo iraniano. Auspichiamo sempre più una maggiore attenzione e rispetto da parte della classe politica iraniana per i crimini subiti dal popolo iraniano.
di Giovanni Sorbello